Il pescarese è la soluzione offensiva numero uno per la Nazionale di Pozzecco, e dopo lo shock di Euro 2022 vorrà sicuramente rifarsi.
Ci sarà un solo giocatore militante in NBA nei 12 convocati da Gianmarco Pozzecco per i Mondiali 2023: Simone Fontecchio.
Ed è proprio il giocatore degli Utah Jazz la prima arma offensiva su cui conterà l’Italbasket, soprattutto visto il suo splendido stato di forma.
L’azzurro ha finito in crescendo durante il recente percorso di avvicinamento alla kermesse internazionale, che l’Italia ha chiuso con un convincente 7 su 7.
Nelle amichevoli appena disputate ha messo a segno 21 punti contro la Turchia, 13 contro la Serbia, 17 contro la Grecia, 16 contro Porto Rico, 26 contro il Brasile e 8 contro la Nuova Zelanda, eguagliando proprio contro i sudamericani il suo career high in Nazionale che risaliva alla gara del 3 Settembre 2022 contro la Grecia.
Il pescarese è quello che, nel biennio di gestione Pozzecco, ha illuminato più di tutti offrendo oltre ai numeri anche atletismo e nessun timore reverenziale nelle grandi sfide.
L’incubo dei liberi
Le triple dell’abruzzese però non sono bastate per permettere alla Nazionale di superare i quarti di finale degli Europei 2022, gara in cui ha comunque chiuso come migliore marcatore dell’incontro.
Quei due tiri liberi sbagliati nel finale, che avrebbero sicuramente permesso all’Italia di battere la Francia e passare il turno, sono stati una ferita aperta a lungo per Fontecchio, che ha ammesso di avere pianto e poi di non aver dormito per una settimana ripensando all’errore.
Chissà che questa volta il pensiero di quella chance gettata al vento non possa diventare uno stimolo in più per il 27enne.
L’umiltà
Lo status di giocatore che milita nella squadra più prestigiosa di tutte e i punti nelle mani non fanno però di Fontecchio un giocatore che si sente arrivato.
Per carattere il numero 13 azzurro è così: timido, sensibile, uno che alle parole preferisce i fatti e che non ama essere troppo celebrato.
Ospite al podcast Afternoon ha confessato che non apprezza particolarmente neanche il celebre nickname SIMONEFONTECCHIO (rigorosamente tutto attaccato, e maiuscolo) coniato dopo alcune sue performance strabilianti messe a segno proprio con la maglia azzurra.
Ai giochi di parole preferisce essere chiamato Simo, come se fosse un ragazzo normale.