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‘LeBron non è più quello di una volta’

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L’ultima esibizione di Team USA, con il finale thriller contro il Sud Sudan, ha avuto un protagonista ben noto: LeBron James. Che non solo ha chiuso la gara con 23 punti, top scorer della nazionale USA, ma si è caricato sulle spalle i compagni dal via del secondo tempo (iniziato sul -14) fino al possesso finale, l’isolamento con cui ha battuto in uno-contro-uno J.T. Thor e segnato il canestro del 101-100 finale. Eppure, quasi in contemporanea alle prodezze di James in campo, dalla pagine del “New York Times” rimbalzano le parole di Joel Embiid, compagno di squadra di LeBron nell’avventura olimpica parigina. Che sembrano andare in un’altra direzione: “Il LeBron di oggi non è quello di due anni fa, e questo fa una grossa differenza. Ed è chiaro a tutti – oltre a essere davvero facile da vedere – che anche da un punto di vista atletico il LeBron dominante di un paio di anni fa non è lo stesso di oggi”. Nulla di strano, verrebbe da dire, per un giocatore che a dicembre compirà 40 anni, ma il (presunto) declino di James pare obiettivamente l’ultimo dei problemi per Team USA, anche se è l’esempio chiamato in causa da Embiid per mettere in guarda i tifosi americani su possibili delusioni olimpiche: “Facile esaltarsi per il talento della nostra squadra, ma ci sono tante altre nazionali che hanno uguale talento”, dice il centro di Philadelphia. 

“La maggior parte dei nostri giocatori è vecchia: la gente si fa ingannare dal valore dei nomi sulla carta, ma quel valore è stato costruito negli anni nel corso della loro carriera. Oggi però sono più vecchi, e non sono più quelli che erano una volta”, conclude Embiid, evidentemente preoccupato dalla carta d’identità dei tre grandi senatori di Team USA, LeBron (39), Curry (36) e Durant (35). Che forse però avrebbero qualcosa da ridire al giocatore dei Sixers. 




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