L’estate azzurra è stata tormentata. Cambiare era necessario. Atteggiamento, moduli, uomini, parole. L’ha fatto Spalletti. Devono farlo adesso gli azzurri. Mettendosi a disposizione di questo nuovo progetto, che avrà riferimenti e idee diverse, e speriamo soprattutto diversi i risultati. Serve entusiasmo. Quello che non possono non avere nuovi volti, come Brescianini e Okoli, e nuovi “vecchi” volti come Tonali e Kean, che ritrovano l’azzurro (per ragioni diverse) dopo parecchio tempo, ed hanno la chance concreta di diventare asset della nazionale del presente e del futuro.
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Italia, sono 56 i convocati dell’era Spalletti
Brescianini e Okoli sono rispettivamente i convocati 55 e 56 dell’era Spalletti. In comune la giovane età e un campionato da protagonisti col Frosinone nella passata stagione, che ha permesso al centrocampista di entrare nei desideri di Gasperini e al difensore di approdare in Premier League. Dove è tornato a giocare – dopo i 10 mesi di stop – Sandro Tonali. Spalletti in questi mesi lo ha chiamato in continuazione e non gli ha mai fatto mancare sostegno e fiducia. Contro Francia e Israele si ripartirà da lui. E da Kean, talento indiscutibile ma discontinuo. Di opportunità ne ha avute tante: Juventus, Everton, PSG e ancora Juve. Ora con la Fiorentina è partito forte. Spalletti crede in lui. Crede in questa giovane e inesperta Italia. Tocca a questi ragazzi ripagarlo e riportare l’Italia dove merita.