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Rilancio ippica, De Fabritiis (Mdf Partners): ‘Puntare su autosufficienza ippodromi’

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Alla presentazione del progetto di ricerca ‘Il rilancio della filiera economica nel settore delle corse dei cavalli in Italia’ Mauro De Fabritiis (Mdf Partners) offre la sua ricetta per la salvezza degli ippodromi.


Scritto da Ca

Roma – “Stiamo parlando di un settore al bivio che non ci permette di prorogare più i tempi, un malato terminale che deve avere delle cure. Se non interveniamo urgentemente il settore rischia poi di non riprendersi più. 
Altre nazioni fanno dell’ippica un settore di eccellenza ma anche l’Italia può fare qualcosa di simile.
Gli studenti di questo ateneo hanno portato sul tavolo degli elementi di spunto assolutamente interessanti anche se erano digiuni del tema”. 

Lo sottolinea Mauro De Fabritiis (founder Mdf Partners) nel suo intervento come moderatore della tavola rotonda “Le corse dei cavalli in Italia tra tradizione, intrattenimento, crisi e possibile rinascita” nell’ambito dell’incontro di presentazione del progetto di ricerca “Il rilancio della filiera economica nel settore delle corse dei cavalli in Italia” in calendario oggi, giovedì 15 dicembre, all’Antica biblioteca dell’Università degli studi Link a Roma.

Ricorda De Fabritiis: “L’ecosistema ippico è composto da Stato, operatori di gioco, ippodromi, appassionati e giocatori e gli sponsor. Gran parte dei flussi arrivano dagli appassionati di gioco che spendono negli ippodromi e tramite gli operatori di gioco. Ovviamente lo Stato è il maggior contribuente tramite fondi e finanziamenti. Ma ora il sistema è in crisi, mancano finanziamenti, c’è una bassa attrattività degli ippodromi che produce un calo del pubblico e degli appassionati e quindi dei giocatori e c’è un calo anche negli allevamenti e negli ippodromi. 
Un sintomo grave è che lo Stato ora finanzia per l’85 percento rispetto a percentuali molto minori, dal 30 percento.  
Gli spettatori sono passati da 2,5 milioni a stagione a qualche centinaia di migliaia così come gli addetti hanno avuto un calo del 70 percento. Il confronto anche con gli altri Paesi è impietoso in questa fase”.

Cosa si potrebbe fare? “Ovviamente lavorare sulla governance e aumentare l’attrattività degli ippodromi e inserire innovazione digitale ma anche lavorare molto sulla comunicazione. Dall’estero ci invidiavano le corse dei cavalli, ora noi invidiamo il loro settore. 
Servirebbe un’autosufficienza degli ippodromi, una nuova sostenibilità. Ovviamente aumenterebbe il pubblico e parte del circolo vizioso si interromperebbe e si invertirebbe”. 
 





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