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Il padre d’Italia: il film di Rai 5 con Luca Marinelli che sfida le convenzioni della famiglia tradizionale – The Wom

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In un viaggio dall’estremo Nord al profondo Sud d’Italia, un giovane solitario e una donna incinta, così diversi tra loro, si scoprono compagni di solitudine e speranza. Tra paure e incontri emblematici, Il padre d’Italia esplora cosa significhi davvero essere genitori, oltre ogni stereotipo.

Rai 5 trasmette in prima serata il film Il padre d’Italia. Diretto da Fabio Mollo, il film di Rai 5 Il padre d’Italia racconta il viaggio di Paolo, un giovane omosessuale solitario e introverso, che si ritrova a prendersi cura di Mia, una donna incinta di sei mesi, stravagante e sregolata. Paolo, appena uscito da una relazione dolorosa, incontra Mia in un locale notturno e si sente inspiegabilmente attratto dal bisogno di proteggerla.

I due intraprendono così un road trip dall’estremo nord al sud dell’Italia, che diventa non solo un viaggio geografico, ma un percorso di scoperta interiore per entrambi. Lungo il tragitto, i protagonisti affrontano il proprio passato e le paure per il futuro, trovando nel legame che li unisce un rifugio dalla solitudine. Attraverso incontri con personaggi secondari e situazioni emblematiche, il film esplora il significato della genitorialità e il peso delle aspettative sociali.

Il padre d’Italia è un’opera che invita alla riflessione sull’identità, la solitudine e la possibilità di amare in un contesto di oppressione sociale e culturale. La relazione tra Paolo e Mia sfida gli stereotipi di famiglia, dimostrando che il legame affettivo va oltre la biologia e le norme sociali. Mollo propone una narrazione intima e non moralista, permettendo allo spettatore di esplorare, senza pregiudizi, un aspetto complesso e attuale della società contemporanea.

I due protagonisti, interpretati magistralmente da Luca Marinelli e Isabella Ragonese, rendono il lungometraggio un viaggio emozionante e profondo, con un messaggio universale: la possibilità di trovare la propria strada, superando le barriere personali e culturali.

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I personaggi principali

Paolo, il protagonista maschile del film di Rai 5 Il padre d’Italia con il volto di Luca Marinelli, è un trentenne introverso e solitario, un giovane uomo che, nonostante abbia accettato la propria omosessualità, fatica a trovare un vero senso di appartenenza. Lavora come commesso in un negozio di mobili a Torino, dove la sua quotidianità è scandita da ritmi semplici e solitari, e si sta ancora riprendendo da una relazione dolorosa con il suo ex, Mario (Mario Sgueglia).

Paolo incarna il desiderio di stabilità e di costruire una famiglia, un sogno che però si scontra con le pressioni sociali che gli ricordano costantemente come la sua sessualità rappresenti un ostacolo, come se fosse un “fuori posto” per la sua aspirazione a una vita familiare. Il viaggio che intraprende insieme a Mia diventa così, oltre che un viaggio geografico, anche un percorso emotivo attraverso il quale scoprirà il significato dell’amore genitoriale, un sentimento che non aveva mai immaginato di poter provare.

Mia, d’altro canto, rappresenta il caos e la ribellione. Interpretata da Isabella Ragonese, è incinta di sei mesi, e il suo aspetto stravagante, con i capelli colorati e l’abbigliamento vistoso, riflette il suo carattere anticonformista e l’incapacità di affrontare la propria realtà. È una giovane donna in fuga da se stessa, dalle responsabilità e dalle aspettative familiari che sente soffocanti.

Diversamente da Paolo, Mia vive il presente con un’inconsapevole leggerezza, un’evasione quasi costante dalla verità. Tale atteggiamento la porta a lasciarsi trascinare dagli eventi, evitando ogni forma di radicamento. Tuttavia, l’incontro con Paolo le permette di confrontarsi con alcune delle sue paure più profonde, creando un legame che, seppure complesso e mai semplice, inizia a scardinare la sua corazza di superficialità.

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Il poster del film di Rai 5 Il padre d’Italia.

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La solitudine e le aspettative sociali

Uno dei temi principali del film di Rai 5 Il padre d’Italia è la solitudine, vissuta in modo diverso da Paolo e Mia. Entrambi portano con sé un senso di isolamento: Paolo, per la difficoltà di essere se stesso in una società che gli nega un posto come padre; Mia, per la sua inafferrabile fuga dalle responsabilità. Nonostante siano estremamente diversi, la solitudine di Paolo e Mia diventa un collante tra loro, creando uno spazio in cui ciascuno si sente meno solo e, per la prima volta, realmente compreso. Il legame tra i due personaggi emerge così come un tentativo di colmare questo vuoto, trasformando la loro solitudine in un’opportunità di crescita e di scoperta reciproca.

Il film affronta anche il tema della genitorialità e delle aspettative sociali. Paolo è l’incarnazione di un desiderio inespresso di essere padre, un sogno che si scontra con la realtà della sua sessualità e con i pregiudizi della società. Si tratta di un punto centrale della narrazione: cosa significa essere “naturalmente” genitori e cosa, invece, è considerato contro natura? La società impone rigidi ruoli e definizioni, e il desiderio di Paolo di poter vivere un amore genitoriale non tradizionale evidenzia la difficoltà di sfidare norme consolidate. Anche Mia, seppur in modo più ambiguo, si trova di fronte alla responsabilità di diventare madre, dovendo fare i conti con le aspettative e i giudizi della propria famiglia.

Il viaggio che i due protagonisti intraprendono lungo l’Italia rappresenta infine una metafora della loro ricerca di identità. Mentre Mia tenta di sfuggire al suo passato e alle radici che l’hanno formata, Paolo si riappropria di un’identità spesso negata, ritornando con il pensiero alle sue origini di orfano e riconsiderando il valore della famiglia e della comunità. In questo viaggio simbolico, entrambi scoprono che la genitorialità e il senso di appartenenza possono assumere forme diverse da quelle tradizionali, mettendo in discussione l’idea stessa di famiglia e di amore.

L’ultimo tema portante del film è il peso della religione e delle tradizioni culturali. Fabio Mollo, attraverso una regia sensibile e ricca di simbolismo, esplora l’influenza delle radici cattoliche italiane, evidenziando come queste definizioni di identità e di ruolo sociale pesino sulle vite dei protagonisti. La giacca di Mia, decorata con l’immagine della Vergine di Guadalupe, diventa un emblema di questa contraddizione tra il mondo religioso e la realtà queer dei protagonisti, dimostrando come la fede e le tradizioni possano talvolta rappresentare una prigione per coloro che non si conformano agli schemi tradizionali.

In poche parole, Il padre d’Italia racconta un percorso intenso di riscoperta e di accettazione, una narrazione in cui l’amore genitoriale emerge come sentimento universale, capace di oltrepassare qualsiasi barriera sociale e culturale. Fabio Mollo (da noi intervistato per il film My Soul Summer) porta così sullo schermo una storia intima e profonda, che affronta le sfide dell’identità e dell’appartenenza, rivelando come il senso di famiglia possa nascere in modi inaspettati e trasformativi. E getta le basi per molte delle tematiche che in futuro affronterà, come nel bellissimo Nata per te.

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Il padre d’Italia: Le foto del film

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