Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative, ha inviato una lettera alla Presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, avanzando alcune proposte per consentire la crescita e il consolidamento dell’ecosistema europeo delle startup, con l’obiettivo di fare in modo che le startup europee possano prosperare e competere a livello europeo e globale. Con la lettera – sottoscritta dalle principali associazioni che in Europa sostengono la crescita dell’innovazione – Italian Tech Alliance ha inoltre chiesto un incontro ad Ursula von der Leyen e alla Commissaria designata Ekaterina Zaharieva per approfondire i contenuti delle proposte.
“Italian Tech Alliance e le associazioni che hanno sottoscritto con noi questa iniziativa vogliono dialogare e confrontarsi con la nuova Commissione con l’obiettivo di esplorare possibili modalità di collaborazione tra associazioni e istituzioni, per fare dell’Europa un hub sempre più attraente per startup e il venture capital, spiega Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance. Nell’esprimere forte apprezzamento per la decisione storica di nominare un Commissario per le startup, la ricerca e l’innovazione, abbiamo proposto una serie di misure che riteniamo strategiche per migliorare ulteriormente l’ecosistema dell’innovazione in Europa, molte delle quali sono state già evidenziate nel recente Rapporto Draghi. Riteniamo che queste iniziative saranno determinanti per liberare il pieno potenziale delle startup e delle scaleup europee, contribuendo in modo significativo alla crescita economica e alla competitività globale dell’Europa”.
Queste, nel dettaglio, le misure proposte dalla coalizione di associazioni che hanno sottoscritto la lettera di Italian Tech Alliance.
- Statuto della società europea innovativa: viene proposta l’introduzione di un nuovo statuto giuridico a livello europeo per le startup innovative, che fornisca un’identità digitale unificata riconosciuta in tutta l’UE, agevolando l’armonizzazione del diritto societario, delle norme sull’insolvenza e di alcuni aspetti del diritto del lavoro e della fiscalità.
- Migliorare l’ecosistema di finanziamento, sviluppando in Europa un bacino più profondo di capitali locali per sostenere le startup dalle prime fasi di vita a quella di scaleup. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto rafforzando il mandato e il bilancio del Fondo europeo per gli investimenti e del Consiglio europeo per l’innovazione, ma anche creando le condizioni normative e gli incentivi per investire nelle imprese tecnologiche europee.
- Superare le barriere burocratiche attraverso l’attuazione di un nuovo schema per la condivisione equa e trasparente delle royalties che faciliterebbe notevolmente la gestione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) nelle università e negli istituti di ricerca.
- Promuovere l’attrattiva dei mercati azionari europei per le IPO e per le aziende, garantendo che man mano che un numero sempre maggiore di aziende tecnologiche europee raggiunge la fase di maturità, queste possano avere opportunità significative di quotarsi in borsa in Europa. A tal fine, l’UE dovrebbe aumentare il bacino di capitali nelle borse europee attirando un maggior numero di investitori retail e istituzionali, riducendo gli ostacoli agli investimenti azionari transfrontalieri e aumentando l’alfabetizzazione finanziaria in tutta la società.
- Protezione uniforme della proprietà intellettuale attraverso l’adozione del brevetto unitario in tutti gli Stati membri dell’UE per ridurre i costi di richiesta e fornire una protezione coerente alle giovani imprese. Questo quadro armonizzato allevierebbe le complessità legali e ridurrebbe gli oneri amministrativi per le startup, consentendo loro di concentrarsi sull’innovazione.
- Valutazione dell’impatto delle normative attraverso analisi approfondite dell’impatto delle normative digitali e di altro tipo, con un’attenzione specifica ai loro effetti sulle piccole imprese. È fondamentale che le PMI e le startup siano escluse da regolamenti che sono applicabili solo alle grandi aziende.