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Transizione digitale sostenibile, UN Global Compact Network Italia: all’Europa servono 20 milioni esperti ICT entro 2030

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Per affrontare con successo la transizione digitale l’Europa ha bisogno di formare 20 milioni di esperti ICT entro il 2030, di garantire che l’80% della popolazione abbia conoscenze di base in materia e assicurarsi che almeno il 75% delle imprese utilizzi l’Intelligenza Artificiale. L’importanza di investire nelle competenze digitali è il punto di partenza per dare vita a una trasformazione giusta, fondata sui valori dell’inclusione e del rispetto delle persone e dell’ambiente, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): sono questi i temi su cui istituzioni, imprese italiane e stakeholder si confrontano da oggi a Genova, durante l’Italian Business & SDGs Annual Forum, organizzato dal network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite, la più ampia iniziativa di cittadinanza d’impresa a livello globale. L’evento è stato aperto da Marco Bucci, Sindaco di Genova e nuovo Presidente della Regione Liguria.

Giunto alla nona edizione, l’Italian Business & SDGs Annual Forum è l’appuntamento annuale e itinerante promosso dall’UN Global Compact Network Italia per favorire il dialogo e il confronto sulle principali sfide dello sviluppo sostenibile. Quest’anno il focus del Forum è la relazione tra sostenibilità e transizione digitale. La digitalizzazione e le nuove tecnologie sono infatti fattori abilitanti per accelerare l’implementazione di modelli di business più sostenibili, ma pongono delle sfide e rischi importanti, da affrontare in un’ottica di sistema.

L’evento è anche l’occasione per presentare il Global Digital Compact della sottoscritto dai Paesi ONU, compreso l’Italia, un framework per la governance globale di tecnologie digitali e intelligenza artificiale che è stato adottato come parte del Pact for the Future lo scorso settembre a New York, durante il Summit for the Future. Il documento chiede ai Governi di impegnarsi a sostenere il diritto internazionale e i diritti umani online e a adottare misure concrete per rendere lo spazio digitale sicuro e protetto. Il Patto riconosce il contributo fondamentale del settore privato, delle comunità tecniche, dei ricercatori e della società civile alla cooperazione digitale e si focalizza su tre obiettivi principali: colmare tutti i divari digitali e creare un’economia digitale inclusiva; creare uno spazio digitale sicuro, aperto e affidabile; rafforzare la governance globale dei dati e dell’Intelligenza artificiale.

L’Italia sta affrontando sfide importanti per allinearsi agli obiettivi del Digital Decade Policy Programme al 2030 della Commissione europea. Secondo il Digital Decade Country Report 2024, meno del 46% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base, un dato significativamente inferiore alla media europea del 55,6%. Inoltre, solo il 5% delle imprese italiane utilizza l’intelligenza artificiale, anche questo al di sotto della media UE dell’8%. Nonostante questi ritardi, il Paese ha registrato progressi nella digitalizzazione della sanità, con un 82,7% di accesso alle cartelle cliniche elettroniche, superando la media europea. Il PNRR italiano prevede investimenti significativi per colmare queste lacune, con 48 miliardi di euro destinati alla transizione digitale pari al 25% dei fondi totali destinati al Piano

In apertura il Sindaco Marco Bucci ha dichiarato: “le amministrazioni pubbliche hanno il compito cruciale di essere dei facilitatori per le imprese, per aiutarle a raggiungere i loro obiettivi e dare vita a una ricaduta economica e occupazionale sul territorio. Questo ruolo assume ancora più importanza se ci riferiamo ai temi ambientali e sociali, perché la crescita deve toccare tutte le persone, senza lasciare nessuno indietro, e consentendo l’ascensore sociale per evitare che si crei un divario tra le fasce della popolazione”.

Per Daniela Bernacchi, Executive Director UN Global Compact Network Italia, “la transizione digitale deve configurarsi come una trasformazione giusta e sostenibile, e concretizzare il suo potenziale attuale e futuro per rendere possibili nuovi modelli di consumo, produzione e lavoro. Grazie alla digitalizzazione, molte aziende italiane stanno adottando soluzioni innovative sia sulla dimensione ambientale – riducendo le emissioni di CO2, ottimizzando le risorse, promuovendo l’economia circolare, proteggendo la biodiversità – sia sulla dimensione sociale – migliorando la qualità della vita delle persone e dei lavoratori. D’altro canto, l’accesso alle nuove tecnologie potrebbe aumentare le disuguaglianze sociali nelle sue modalità di accesso, e la privacy e la protezione dei dati sono diventate questioni sempre più importanti da affrontare.”

“Le tecnologie digitali offrono enormi opportunità, al cui interno possiamo trovare le soluzioni per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ha dichiarato Marco Frey, Presidente UN Global Compact Network Italia. Allo stesso tempo, tuttavia, possono anche generare danni potenziali alle società e all’ambiente. Così come la cooperazione internazionale è fondamentale per proteggere la salute globale del pianeta, impegno e sforzi condivisi sono necessari per perseguire i benefici delle tecnologie digitali, mitigandone al contempo i rischi. È fondamentale, quindi, trovare soluzioni concepite grazie al dialogo tra imprese, istituzioni, società civile e centri di ricerca, promuovendo la sostenibilità a lungo termine.”

Luigi Attanasio, Presidente di Camera di Commercio di Genova, ha sottolineato che “la transizione digitale è uno dei punti cardine attorno a cui ruota la progettualità di Camera di Commercio, poiché tratta di problematiche ben più estese e soluzioni concrete su cui è necessario creare solide basi per il futuro dell’imprenditoria del nostro territorio: tematiche quali la digitalizzazione, la transizione ecologica, la sostenibilità in ambito sia ambientale che commerciale rappresentano le azioni di supporto che sia l’Ente Camera che le sue agenzie, come il Punto Impresa Digitale (PID) e il Centro Ligure per la Produttività (CLP) portano avanti da tempo con costanza ed efficienza”.

Secondo Federico Delfino, Magnifico Rettore dell’Università di Genova, “gli strumenti tecnici e le applicazioni informatiche sono funzionali alla attuazione pratica della transizione digitale. Per dirsi efficacemente e concretamente realizzata, però, la transizione digitale deve comprendere anche una componente sostenibile declinata nel sociale e nell’economia. Una transizione digitale di successo dovrà rappresentare il fattore chiave per una società inclusiva e per un’economia sostenibile, di cui la tecnologia sia il mezzo che rende possibile lo sviluppo di imprese che generano ricavi sì ma anche, impatto ambientale e sociale positivo, con adeguate condizioni di sicurezza, salute, giustizia, parità, inclusione e attente al rispetto di principi etici e delle migliori pratiche”.

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