Ospite annunciata all’ultimo momento al Torino Film Festival, Angelina Jolie ha incontrato la stampa e il pubblico per parlare del suo quinto film da regista, Without Blood, adattamento di un romanzo di Baricco prodotto e girato in Italia. Ascoltiamo cosa ha detto.
Una diva lo è senz’altro, tanto che è stata scelta, con ottimi risultati, per interpretare una diva diventata icona come Maria Callas, nel riuscito film di Pablo Larrain che uscirà in sala a capodanno. Ma Angelina Jolie ha anche diretto cinque film, l’ultimo dei quali, Without Blood, con protagonisti Salma Hayek e Demián Bichir e girato in buon parte in Italia, è un adattamento del romanzo di Alessandro Baricco, Senza sangue, aggiunta dell’ultimo momento al programma del Torino Film Festival. Occasione per un altro tappeto rosso con Jolie e lo scrittore in terra sabauda.
“Sono da tempo fan dei libri di Baricco”, ha spiegato la ragione dell’adattamento Jolie in conferenza stampa, “ho letto il libro otto anni fa. Scrive con tale chiarezza, sembra scrivere come fosse un regista di cinema, ricrea un’immagine così chiara. Leggendolo mi è subito sembrato un grande studio sulla nostra umanità, sulle relazioni e una discussione davvero necessaria, oggi più che mai. Ho fatto del mio meglio per essere fedele alla sua scrittura e non ho cambiato molto”. La storia è ambientata dopo un conflitto, “esplora verità universali su guerra, traumi, memoria e guarigione”.
A proposito del libro, a Torino c’è anche Alessandro Baricco, che così ha raccontato con la consueta capacità affabulatoria come è nato tutto. “È accaduta una di quelle cose magiche che accadono quando fai un mestiere magico come il mio. Mi ha scritto una mail e per me è come se l’avesse fatto Jessica Rabbit o Topolino, non pensavo che Angelina Jolie esistesse veramente. Mi ha scritto forse il testo più bello su Senza sangue che ho mai letto nella vita, come comprensione, dolcezza, intelligenza. La conservo come una delle lettere più belle che ho ricevuto in vita mia. Poi ci siamo conosciuti, lei mi ha invitato a Los Angeles, a casa sua. Essendo Jessica Rabbit non abita in una casa normale, ma in quella più in alto di tutte, posseduta da Cecil B. De Mille, l’uomo che ha inventato Hollywood. Un viaggio molto lungo, ma lei ha reso tutto molto facile, si è messa a cucinare un piatto di spaghetti. Non male. E abbiamo cominciato a parlare di questo libro. Poi è andata per la sua strada, ogni tanto mi scriveva e a Roma sono andato sul set con mia moglie Gloria. È stato molto emozionante, arrivando mi sono accorto che stavo vivendo letteralmente la prima pagina del mio libro. Ho visto quello che avevo nella mia testa quando scrivevo. Allora ho capito che vedeva quello che vedeva io, ed è stato tutto più semplice. Ho visto le prime immagini montate lì, dentro una tenda, e tutti ci siamo commossi. Cosa che mi succede ancora adesso che ne parlo”.
Senza sangue, o Without Blood, è prodotto da Fremantle (Andrea Scrosati), Jolie Productions (Angelina Jolie), The Apartment Pictures (Lorenzo Mieli), società del gruppo Fremantle e De Maio Entertainment (Lorenzo De Maio). Non ha ancora una distribuzione italiana né americana e quindi una data di uscita, mentre è stato presentato allo scorso Toronto Film Festival. Sull’adattamento e le sue scelte, così ha raccontato Jolie.
“Mi sono avvicinato con molta umiltà, ascoltando le parole sulla pagina. Ogni membro della troupe ha studiato ogni il libro fino a entrare nella testa dell’autore, che è un bel posto in cui trovarsi. È stato un regalo affrontare le domande che il romanzo ci pone. Ci fa guardare dentro, se posso dirlo in maniera semplice, e capire come mai qualche spettatore non apprezzi tutta questa complessità. Se pensi che qualcuno sia buono e qualcuno sia cattivo, non trovi niente del genere in questa storia. Gli esseri umani portano con sé molta complessità. È la vita, sono le domande che ci pone. Il viaggio è stato pensare come ci trattiamo, se ci ascoltiamo, cosa ci porta a cercare un terreno comune. Molti dei problemi del mondo di oggi sono legati a questi assoluti, non al sedere a un tavolo, ascoltando. Il film non risolve niente, ci invita solo a considerare questi aspetti della convivenza umana”.
Ha poi aggiunto una riflessione sulla sua nota solidarietà per chi soffre. “In quanto artisti esploriamo il comportamento umano e ho scoperto che chi ha sofferto di più ha raggiunto la compressione più profonda della vita e dell’amore. È una consapevolezza che ho sviluppato negli anni, visitando per esempio i campi profughi. Per capire l’umanità, chi ha sofferto ha molto da insegnarci. Parlando della violenza sulle donne, che domani si ricorda, posso dire che in Without Blood la violenza è inferta anche contro gli uomini. Lo dico perché è importante proteggere i più vulnerabili nel mondo, che siano uomini o donne, ragazzi o ragazze. È un fatto che le donne siano maggiormente vittime di abusi, vediamo come la questione in molti casi stia peggiorando, dall’Afghanistan alla violenza domestica. Ogni giorno vediamo ogni tipo di violenza scatenarsi nel mondo, è qualcosa contro la quale dobbiamo lottare a ogni costo, anche se vorrei che lo dessimo per scontato, che non fosse neanche più argomento su cui discutere. È la giornata dedicata alle donne, ma invito tutti gli uomini a partecipare alla conversazione”.
Ha infine spiegato così la scelta di Salma Hayek. “Penso che sia straordinaria, ci siamo conosciute alcuni anni fa. La conoscevo a sufficienza come persona per pensare a lei per il ruolo. Non la donna che vediamo al cinema, ma la madre, la moglie, nata in Messico e che ha compiuto un viaggio per diventare un’artista. Ero convinta che avrebbe capito bene il ruolo”.