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Appartenenza e voglia di esserci: i ‘Fantastici cinque’ numeri dieci emozionano a Coverciano

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Hanno fatto sognare milioni di tifosi azzurri e appassionati, incantando platee e spettatori di tutto il mondo con la loro visione di gioco e la loro tecnica sublime: sono cinque calciatori che hanno segnato la loro epoca e la storia della Nazionale italiana e che oggi sono tornati a Coverciano per salutare i ragazzi di Spalletti in raduno al Centro Tecnico Federale per preparare i prossimi Europei.

Sono i ‘Fantastici cinque’ numeri 10, in una dicitura che proietta Giancarlo Antognoni, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Gianni Rivera e Francesco Totti in una dimensione da supereroi. Cinque giocatori che hanno alzato la Coppa del Mondo (Antognoni nel 1982, Del Piero e Totti nel 2006) o quella dell’Europeo (Rivera nel 1968), o che ancora hanno ottenuto il Pallone d’oro, il riconoscimento per la loro bravura al di sopra di tutti (Rivera nel 1969 e Baggio nel 1993; entrambi hanno ricevuto il premio di France Football un anno prima di arrivare in finale ai Mondiali).



‘Convocati’ dal Ct Spalletti poco più di un mese fa, “per assistere a un allenamento e spingere così i ragazzi a elevare la prestazione”, i ‘Fantastici cinque’ numeri 10 hanno risposto subito presente e hanno varcato nuovamente, dopo anni, quell’iconico cancello di Coverciano che conoscono bene e che non hanno mai dimenticato. C’è chi, come Del Piero, proprio in questo periodo sta frequentando qui il Master UEFA Pro, per ottenere la massima abilitazione da allenatore, e chi del Settore Tecnico ne è stato il presidente (Baggio dal 2010 al 2013 e Rivera dal 2013 al 2019); chi ancora, come Giancarlo Antognoni, è qui ‘di casa’ ed è l’attuale capodelegazione della Nazionale Under 21 e chi, come Francesco Totti, è stato l’ambasciatore di UEFA Euro 2020.

Questa mattina (clicca qui per la notizia) i ‘Fantastici cinque’ hanno incontrato gli Azzurri nell’aula magna del Centro Tecnico Federale, introdotti dal presidente federale Gabriele Gravina e dal Ct Luciano Spalletti, spiegando l’importanza di vestire quell’azzurro che rappresenta e fa sognare un intero Paese.

“Abbiamo cercato di far assorbire ai giocatori il senso dell’appartenenza e cosa significhi vestire questa maglia” conferma davanti ai giornalisti Spalletti, nell’incontro con la stampa del pomeriggio. “Avendoli davanti – continua il commissario tecnico – è più facile, come ho già detto, ‘entrare in sintonia con il loro battito’; un battito forte, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Loro, questi cinque fuoriclasse, ci hanno dato la possibilità di alzare le nostre ambizioni, per quello che hanno mostrato in passato sul terreno di gioco”.

Anche il capo delegazione azzurro, Gigi Buffon, ripete ai media presenti quello già sottolineato nella tarda mattinata agli Azzurri: “I calciatori hanno vissuto oggi un qualcosa di epocale, ma anche voi giornalisti lo state vivendo: un qualcosa che rimarrà indelebile nelle menti, come un tatuaggio”.

Dei cinque numeri 10 prende quindi la parola Alessandro Del Piero: “Abbiamo accolto col sorriso questo invito. Abbiamo fatto il nostro personale in bocca al lupo ai ragazzi ed è stato davvero bello. Abbiamo toccato con nostalgia alcune situazioni, anche con un pizzico di invidia. La responsabilità di vestire questa maglia è sì pesante, ma altrettanto affascinante”.

Quindi l’immancabile foto di rito, con la maglia che fa riferimento all’iconico numero stampato sulla schiena: ‘Siamo tutti 10’. 

I loro cimeli al Museo del Calcio. Al Museo di Coverciano ognuno dei ‘Fantastici cinque’ numeri 10 ha almeno un cimelio presente, che arricchisce la collezione azzurra. Si parte in ordine cronologico dalla maglia indossata nel 1973 da Gianni Rivera per Italia-Svizzera e si prosegue con quella di Antognoni ai Mondiali del 1982 (un’insolita ‘numero nove’ in Spagna), oltre ai suoi scarpini sempre di quella Coppa del Mondo e alla maglia azzurra indossata nel 1983, dove sul logo federale compaiono le tre stelle. Di Roberto Baggio nella collezione del Museo del Calcio è possibile trovare le maglie delle amichevoli contro Messico (1993) e Finlandia (1994), gli scarpini calzati ai Mondiali di Italia ‘90, la divisa di Francia ’98 indossata contro il Cile e la maglia – oltre alla fascia da capitano – della sua ultima apparizione in azzurro, nel 2004 in amichevole contro la Spagna, su cui compare un ricamo carico di amore: ‘Ciao Roby’. Di Francesco Totti è presente al Museo del Calcio anche la divisa indossata dal ‘Pupone’ in occasione dell’amichevole tra Italia e Resto del Mondo per festeggiare i cento anni della FIGC, allo Stadio Olimpico di Roma nel 1998. Infine di Del Piero sono presenti i suoi scarpini, donati al Museo quando è entrato a far parte nel 2017 della Hall of Fame del calcio italiano. A proposito, ma è quasi inutile rimarcarlo… tutti e cinque fanno parte della Hall of Fame del calcio italiano: Gianni Rivera (dal 2013) e Giancarlo Antognoni (2018) fanno parte della categoria ‘veterani italiani’, mentre Roberto Baggio (dalla prima edizione del 2011), Alessandro Del Piero (2017) e Francesco Totti (2018) sono entrati come ‘giocatori italiani’. 

 

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