L’America limita l’utilizzo del frustino durante le gare e vieta pungoli per il bestiame e altri dispositivi per desensibilizzare i cavalli. Ravello (Horse angels): ‘Adottare queste regole anche in Italia’.
Scritto da Redazione
Mentre in Italia si attende l’avvio dell’iter parlamentare della proposta di legge “Nuova Primavera”, firmata dalla deputata della Lega Elena Lucchini, che si pone come obiettivo la tutela della salute psicofisica dei cavalli, con la graduale abolizione dell’uso della frusta nell’ippica e negli sport equestri secondo le varie discipline ma non solo, l’America attua un deciso cambio di passo proprio su questo tema.
Da venerdì scorso, infatti, come rende noto l’organizzazione di volontariato Horse angels, sono entrate in vigore le nuove regole di sicurezza dell’Autorità per l’integrità e la sicurezza delle corse di cavalli: la prima fase di un piano in due parti per creare standard nazionali nuovi per uno sport pulito.
Le nuove regole di sicurezza includono un limite di sei utilizzi del frustino durante le gare. I pungoli per il bestiame e altri dispositivi utilizzati per desensibilizzare i cavalli e per mascherare il loro dolore ora sono ora vietati, con una sospensione di 10 anni per i trasgressori beccati in flagrante.
“Chiediamo che queste regole siano adottate anche in Italia. Limite nell’uso del frustino, sospensioni decennali per chi utilizza pungoli e altri dispositivi dolorosi per costringere i cavalli a correre contro la loro volontà”, sottolinea Roberta Ravello di Horse angels.
I PRODROMI – L’Hisa (Autorità per la sicurezza e l’integrità dei cavalli da corsa) si è formato dopo che il Congresso americano ha approvato il bipartisan Horseracing integrity and safety act nel 2020. Lo scopo di attuazione è stato quello di “risanare l’ippica” dagli scandali che l’hanno scossa e debilitata alle radici.
In particolare, vanno ricordati gli infortuni mortali che hanno interessato il Santa Anita Park in California, ippodromo dove, nel 2019, 30 cavalli sono morti in un arco di sei mesi a causa di incidenti in pista. Ciò ha portato l’attenzione dei media generalisti, con toni critici, sui tassi di mortalità a livello nazionale.
Nel 2020, 27 persone sono andate a giudizio per doping severo sui cavalli, accusate di “alimentarli forzatamente con ogni sorta di droghe illegali e sperimentali” che consentivano loro di correre in modo innaturale e mascherare il dolore.