I sogni a volte diventano realtà. Lo sa bene Riccardo Calafiori, che di sogni quest’anno ne ha realizzati due: la qualificazione in Champions League con il Bologna e la convocazione in Nazionale. Obiettivi che per il difensore romano classe 2002 sembravano utopici fino a pochi mesi fa, raggiunti al termine di una stagione che lo ha visto sbocciare definitivamente. Giocatore rivelazione della squadra rivelazione del campionato. Mica male.
E pensare che solo un anno fa di questi tempi era in raduno a Tirrenia con l’Under 21, prima di essere ‘tagliato’ dall’ex tecnico degli Azzurrini Paolo Nicolato al momento delle convocazioni per l’Europeo di categoria. Dodici mesi dopo ha la concreta speranza di entrare nella lista dei 26 Azzurri che parteciperanno all’Europeo dei grandi: “Andare all’Europeo – dichiara nella sua prima conferenza stampa a Coverciano – sarebbe un sogno enorme, ce la metterò tutta. Dall’anno scorso sono successe tantissime cose, altrimenti non sarei qui. Il miglioramento più grande è stato dal punto di vista mentale. Dall’inizio di questa stagione sono sempre stato sereno, non ho mai avuto paura di sbagliare”.
Talento precoce, come conferma la trafila in tutte le Nazionali Giovanili, ha dovuto superare diversi ostacoli prima di imporsi ad alti livelli. A 16 anni per un grave infortunio al ginocchio ha rischiato di smettere di giocare (“qualcuno me lo ha detto che ci sarebbe stato questo pericolo, ma non ho mai pensato che non sarei più stato un calciatore”), due anni dopo ha fatto il suo esordio con la Roma segnando anche il primo gol in Europa League. Ma niente favola a lieto fine, il paradiso doveva attendere. E così quel ragazzo con il Colosseo tatuato sul braccio ha lasciato la sua città per trasferirsi prima al Genoa per un breve cameo e poi in Svizzera, al Basilea. Da promessa a meteora il passo è breve, ma per fortuna la scorsa estate, quasi sul gong di fine mercato, il Bologna ha deciso di credere in lui: “Non ero convintissimo di andare al Basilea – confessa – ma poi ho avuto da subito sensazioni bellissime. Lì ho trovato meno pressione e continuità, per la prima volta in carriera ho fatto una trentina di presenze (26, ndr) e questo mi ha aiutato a crescere”.
Inutile trovare colpevoli se le cose sono andate in un certo modo, meglio guardare avanti: “Non punto il dito contro nessuno: alla Roma all’inizio avevo giocato anche con Mourinho, volevo giocare di più e mi sono trasferito al Genoa, ma è andata male. Nel frattempo a Roma sono salite le quotazioni di altri giocatori, è emersa la possibilità del Basilea e sono andato lì”.
Complice l’infortunio di Lucumi, Thiago Motta ha capito che quella crisalide sarebbe diventata una bellissima farfalla. Da terzino a centrale, Calafiori si è ritagliato così un ruolo da protagonista in maglia rossoblù, guadagnandosi prima i complimenti e poi la chiamata di Luciano Spalletti: “Non mi rendo ancora bene conto di essere qui, è una soddisfazione enorme. Cambia tutto da terzino a centrale, la visione della palla e anche lo spazio da occupare. Per il resto mi trovo bene a difendere sia a tre sia a quattro”.
L’11 luglio 2021, quando l’Italia conquistava il suo secondo titolo Europeo, Riccardo era a casa a seguire la finale in Tv con familiari e amici: “Poi sono sceso in piazza a festeggiare. Rispetto alla squadra che ha vinto l’Europeo siamo cambiati parecchio, l’innocenza di essere giovani e non pensare troppo per ottenere grandi risultati può rappresentare un punto di forza. Sento che c’è qualcosa di speciale in questo gruppo”.
A chi gli chiede se ci sono analogie nel gioco di Thiago Motta e Spalletti risponde così: “Sì, ci sono similitudini negli approcci, ma anche cose diverse. Sono entrambi molto meticolosi. Ormai tutte le squadre sono organizzate e si cercano quindi dei movimenti per non dare punti di riferimento. E’ importante occupare gli spazi al momento e nel modo giusto”. Quando si tratta di indicare un collega da prendere a modello il nome che fa è quello di un altro giovane Azzurro: “In questi primi due allenamenti Bastoni mi ha impressionato, è devastante. Cerco di prendere con gli occhi qualcosa da lui come dagli altri”.
Martedì al ‘Dall’Ara’, c’è da giurarci, l’applausometro salirà alle stelle per uno dei suoi beniamini: “A Bologna posso solo dire grazie, dal primo giorno abbiamo vissuto un’atmosfera bellissima. Per la sfilata sul pullman non mi aspettavo tanto calore e tanta gente, anche perché è vero che c’era da festeggiare la qualificazione alla Champions, ma non abbiamo mica vinto un trofeo”.
INCONTRO SUL DOPING. Dopo quello di ieri sul match-fixing, altro incontro questa mattina per gli Azzurri nell’ambito del programma educativo antidoping della UEFA HatTrick V. Il prof. Giuseppe Capua (presidente della Commissione Federale Antidoping) e Alessia Di Gianfrancesco (direttore generale NADO Italia) hanno incontrato nell’Aula Magna del Centro Tecnico Federale di Coverciano i calciatori e lo staff della Nazionale: tra i temi trattati la prevenzione del doping intenzionale e non intenzionale, i controlli antidoping, la lista delle sostanze proibite e la richiesta di esenzione a fini terapeutici (TUE).
I CONVOCATI PER IL RADUNO
Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham);
Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Raoul Bellanova (Torino), Alessandro Buongiorno (Torino), Riccardo Calafiori (Bologna), Andrea Cambiaso (Juventus), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), *Giorgio Scalvini (Atalanta);
Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Nicolò Fagioli (Juventus), Michael Folorunsho (Hellas Verona), Davide Frattesi (Inter), Jorginho (Arsenal), Lorenzo Pellegrini (Roma), Samuele Ricci (Torino);
Attaccanti: Federico Chiesa (Juventus), Stephan El Shaarawy (Roma), Riccardo Orsolini (Bologna), Giacomo Raspadori (Napoli), Mateo Retegui (Genoa), *Gianluca Scamacca (Atalanta), Mattia Zaccagni (Lazio).
*raggiungeranno il ritiro il 3 giugno