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Cambio campo, la Davis sceglie l’Italia. Le finali dal 2025 passano a Bologna

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ROMA — L’Italia del tennis continua a vincere anche adesso che non si gioca più. Neanche un Atp 250 in vista, solo challenger in qualche parte del mondo eppure la racchetta azzurra piazza un altro passante micidiale. A livello politico e strategico, perché l’ultimo territorio conquistato si chiama Coppa Davis. Dal 2025 al 2027 la fase finale del torneo appena vinto da Sinner e compagni si disputerà in Italia. Prima edizione alla Unipol Arena di Bologna, dal 18 al 23 novembre. Arrivederci Malaga, coi suoi bellissimi ricordi di due coppe consecutive vinte: ora l’insalatiera è custodita nel paese che la detiene da due stagioni, e si può immaginare lo sconcerto degli avversari che per cercare di strapparla agli italiani dovranno sfidare muri di folla come nelle Finals. Già, perché poi il paese è lo stesso che ha già messo le mani sul torneo dei migliori otto fino al 2030, dopo la prossima edizione confermata a Torino dal 2026 potrebbe entrare in campo a Milano. Insomma, gli Slam del tennis stanno diventando un’area protetta, al di fuori della quale avanza una nazione che ha già un Masters 1000 extra large per uomini e donne (Roma), sei anni di Atp Finals e tre del gran finale di Coppa Davis. Più il numero 1 del mondo e 9 giocatori per la prima volta tra i primi 100, dilaganti quasi come i cinesi nel tennistavolo (e si parla solo del movimento maschile).

La Coppa Davis è ancora dell’Italia: Olanda sconfitta in finale



La Itf: “In Italia la Davis salirà di livello”

Vincere aiuta a vincere e fare mercato, lo insegna il calcio quando si costruisce una squadra. Il tennis italiano ha alimentato una credibilità crescente che permette di organizzare tornei nemmeno avvicinabili in passato. “Siamo felici di questa partnership con la Fitp per la Davis” ha spiegato David Haggerty, numero 1 della Itf custode del mondiale a squadre. “L’Italia ha dimostrato di saper organizzare eventi sportivi di livello mondiale. Siamo fiduciosi di poter portare la Coppa Davis ancora più in alto, fornendo un’esperienza indimenticabile a giocatori e tifosi”. Quel che si è visto a Malaga si può migliorare, è il messaggio, e per farlo serve l’Italia. Il primo passetto è già stato fatto, perché la Davis non è identica a quella sigillata dall’abbraccio tra Sinner e Berrettini. Non c’è più la fase a gironi (dove gli azzurri rischiarono di uscire lo scorso anno), ora c’è un playoff a settembre che designerà i 7 team che raggiungeranno nelle Finals l’unica squadra già ammessa: l’Italia, ovviamente. E come farà Sinner a prendersi un anno di riposo dopo essere stato trascinatore due volte all’estero? In corsa per le edizioni 2026 e 2027 ci sarebbe la “sua” Bolzano, insomma per Jannik sarebbe dura dire no.

(reuters)

L’ultima finale del 1998

L’invito della Itf è ovviamente raccolto “con entusiasmo” dal mattatore Angelo Binaghi, numero uno della Federtennis: “La Fitp si baserà su un’eredità quasi centenaria per costruire un futuro ancora più grande per la grande risorsa globale del tennis”. In questo libro dei ricordi per ritrovare una finale giocata in Italia bisogna tornare al 1998, quando le speranze di battere la Svezia finirono con un crack. Era il tendine della spalla destra di Andrea Gaudenzi. Un altro italiano che ha fatto strada: oggi è presidente dell’Atp.

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