Senza Sinner, contro il piccolo Sinner, ma parlando di Sinner… La Davis diverte perché non è mai troppo logica, a volte è come un crocicchio dove non funzionano i semafori, e le carambole non mancano mai. È il giorno di Italia-Brasile, e c’è da scoprire che intenzioni abbia la Coppa ultra centenaria (124 anni) nei confronti delle sedici nazioni riunite nei quattro gironi delle più forti. Uno a Valencia (Gruppo B, con la Spagna), un altro a Zhuhai, in Cina (Gruppo C, con Germania e Stati Uniti, ma senza Cina), il Gruppo D a Manchester, con Gran Bretagna, Canada e Argentina, e il nostro, il Gruppo A, come da (recente) tradizione a Casalecchio di Reno, Bologna, cemento indoor. Italia, Brasile, Olanda e Belgio, con la Davis conquistata dagli azzurri di Sinner un anno fa in bella mostra e i rispettivi ruoli delle quattro competitrici già assegnati. Dalla logica, appunto. Ma la Davis ama sottrarsene spesso e volentieri, cosa che non mi stancherò di ripetere. L’Italia è la favorita, l’Olanda le farà da vice, il Brasile fungerà da rompiscatole, il Belgio, bontà sua, da materasso. Vedremo se andrà davvero così.
Azzurri favoriti
Favorita (l’Italia) con o senza Sinner, che non c’è (in campo) ma è probabile che si farà vivo per recitare nel ruolo che fu, un anno fa, di Berrettini, quello di capo-tifoso dal box degli azzurri. Matteo, è probabile, in campo ci sarà. Forse con l’altro Matteo, Arnaldi, anzi dietro, visto che il numero uno della squadra, nel rispetto della classifica di ieri, dovrebbe essere Flavio Cobolli, il debuttante. Il romano della Roma (un po’ terzino e un po’ ala nelle Giovanili giallorosse, prima di passare al tennis) è al numero 32, Arnaldi al 33, Berrettini al 43. Ma esiste una classifica di esperienza e di qualità del tennis fin qui giocato, ed è esattamente opposta a quella ufficiale. Da qui i dubbi di Filippo Volandri, il capitano, che vuole «prendere tutte le informazioni possibili dagli allenamenti che stiamo facendo», perché, spiega, «il tennis azzurro è cresciuto enormemente, e in Davis è l’unione degli intenti che ci dà forza. Siamo qui in cinque, ma la scelta è avvenuta su almeno dieci giocatori, senza dimenticare che ormai ne abbiamo sette tra i primi cinquanta del ranking». Argomenti che rafforzano l’impegno verso l’obiettivo dichiarato: «Aprire un ciclo». In altre parole, visto che gli azzurri sono i campioni in carica, rivincere la Coppa.
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