Il divieto di pubblicità al gioco non cessa essere un argomento di dibattito politico, in varie parti d’Europa, oltre che in Italia.
Da “noi” se ne è recentemente parlato nell’ambito delle audizioni sul progetto di riforma del calcio in commissione Cultura del Senato: se il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha chiesto di “abolire il divieto di sponsorizzazione indiretta sul betting”, per incamerare nuovi introiti a sostegno del settore, il presidente della Figc – Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, ha sottolineato gli effetti negativi dell’Adv ban introdotto dal decreto Dignità varato dal Governo targato Lega-Movimento cinque stelle nel 2018.
Senza dimenticare i contenziosi all’attenzione dei tribunali amministrativi, che vedono contrapposti alcuni operatori all’Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha comminato sanzioni da centinaia di migliaia di euro, e addirittura oltre il milione, per la violazione di tali norme.
Di evoluzione dell’informazione sul gioco ne ha parlato proprio il commissario Agcom Laura Aria nell’ambito dell’Imgl Masterclass: “Divieto di pubblicità, cosa verrà dopo” ospitato dalla prima edizione dell’Italian gaming expo & conference 2024, organizzato a Roma da Gn Media il 18 e 19 aprile. Evidenziando la necessità di “una migliore campagna di sensibilizzazione e di collaborazione inter-istituzionale”, mentre gli altri relatori si sono detti concordi sul fatto che il divieto assoluto di pubblicità “finisca per portare il giocatore verso il mercato nero”.
Un dibattito quindi ancora “caldo”, che in queste ore è alimentato da nuovi spunti provenienti dal Vecchio continente.
Il Parlamento della Bulgaria ad esempio ha appena approvato un disegno di legge – proposto dai partiti Gerb (Ppe) e Dps (Renew Europe) – per vietare l’apertura di casinò nelle città con meno di 10.000 abitanti e vietare completamente la pubblicità del gioco con vincita in denaro su tutti i tipi di media.
Uno stop che si abbatterà come una scure sui media bulgari, visto che nel 2023 gli operatori di gioco hanno speso 85 milioni di euro in pubblicità sui mezzi di informazione.
L’Associazione delle emittenti bulgare (Abro), ha messo in guardia sugli effetti del divieto di pubblicità del gioco, rimarcando come “ la sostenibilità finanziaria dei media, anche attraverso la pubblicità del gioco, sia importante per il giornalismo di qualità”.
Mentre Stilyan Shishkov, fondatore del maggiore sito di notizie sportive bulgaro – Sportal.bg – e direttore esecutivo dell’Associazione bulgara del gioco d’azzardo, avverte sulla possibile crescita del mercato illegale.
Le società di gioco d’azzardo potranno fare pubblicità solo all’aperto su cartelloni pubblicitari ad almeno 300 metri da scuole, asili nido, università, sale da gioco e impianti e attrezzature sportive, ad eccezione di quelle destinate ai bambini; la pubblicità sui media sarà consentita solo per la lotteria statale “Bulgarian Sports Totalisator”, che utilizza i suoi profitti per finanziare lo sport bulgaro.
Il tema del divieto di pubblicità torna alla ribalta anche in Spagna, dove il ministro dei Diritti sociali, del consumo e dell’Agenda 2030, Pablo Bustinduy, è partito dalla recente sentenza della Corte suprema del Paese – che ha annullato una parte del decreto reale che limita la pubblicità nel gioco e nelle scommesse online, fra cui l’articolo quello che osteggia l’attività promozionale volta ad acquisire nuovi clienti – per annunciare che il Ministero intraprenderà un’iniziativa legislativa per ripristinare gli articoli soppressi, “ma anche per ampliare e migliorare la regolamentazione nazionale del gioco online” per “proteggere i giovani dai rischi del gioco”.
Nelle intenzioni di Bustinduy il nuovo regolamento vedrà la luce “il più presto possibile”, e includerà anche “un rafforzamento dei meccanismi di verifica dell’età nell’accesso e nella regolamentazione delle cosiddette loot box”.
In parallelo, la Red de Atención a las Adicciones – Unad (Rete di assistenza per le dipendenze, Ndr) ha chiesto al ministro di mettere mano “con urgenza” alla norma di “ripristino” degli articoli del decreto sulla pubblicità del gioco d’azzardo ribaltato dalla Corte suprema spagnola.
Unad chiede a Bustinduy “coerenza nello sviluppo della stessa” ed esprime la sua “preoccupazione” in relazione a tale annullamento e al “vuoto giuridico attuale”, comprendendo che “potrebbe avere un impatto sull’aumento del gioco d’azzardo tra i minori, i giovani e la popolazione vulnerabile”, secondo quanto riporta la testata iberica Azarplus.
Nello specifico, Unad “richiama l’attenzione” sull’articolo 15, relativo alla comparsa di personaggi famosi nella pubblicità, poiché, a suo avviso, “bisogna tenere conto dell’influenza che queste figure possono avere sui minori e sui giovani, soprattutto quando si tratta di scommesse sportive”.
L’ente ritiene che, sebbene le case da gioco svolgano attività legali, esse possono essere “molto dannose” per i gruppi “vulnerabili” che soffrono di disturbi del gioco d’azzardo, dato che, attraverso Internet, “essi possono accedere facilmente e direttamente alle piattaforme di scommesse senza alcuna tipo di limitazione”.
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