Uno sguardo più approfondito all’Italia e un po’ all’estero! Questo il titolo del panel di oggi, 11 settembre, all’interno della European conference on gambling studies and policy issues, che si sta svolgendo presso il Lifestyle hotel di Roma. A moderare il convegno, in cui vengono analizzati diversi aspetti del mercato del italiano come prevenzione, gioco responsabile e comportamento degli utenti, è Malcolm Bruce. A parlare per prima è, invece, Virginia Attisani di Sisal che introduce lo studio “Profiling problem gamblers in Italy” condotto da Sisal in collaborazione con l’università Cattolica. Secondo quando spiega si tratta di “uno studio molto complesso e profondo, che si basa su opportunità di ricerca e che non è fine se stesso. Stiamo cercando di usare quei dati che stiamo ottenendo di giorno in giorno e cerchiamo di agire in modo concreto con nuove strategie che non solo analizzano le azioni ma servono anche a identificare e ad aiutare in modo concreto i nostri giocatori”.
“Pertanto – prosegue Attisani – l’approccio che abbiamo sviluppato in collaborazione con l’università è basato sulle analisi dei cluster e su un’analisi dello studio del libero mercato dei giocatori cercando di capire che ci sono alcuni cluster e gruppi di giocatori cronici. Cerchiamo di comprendere se possiamo identificare diversi caratteristiche in quei tipi di cluster e cerchiamo di usare questa conoscenza per agire in modo più specifico e cercando di aiutarli con efficacia”.
Stefania Colombo, di Igt, introduce invece lo studio condotto sul gioco sostenibile e a proposito spiega quanto sia fondamentale allargare lo spettro dell’interesse per capire come “il gioco possa essere sostenibile in tutte le sue forme, cominciando dalla parte di pura protezione dell’utente nei vecchi termini di gioco responsabile e gaming. Penso che la cosa da fare adesso riguardi tutto quello che può rendere il più gioco più sostenibile. L’altro aspetto importante riguarda il cambio di approccio: noi operatori e noi dell’industria dovremmo occuparci di cercare tutti gli strumenti per proteggere i nostri player e mantenere un gioco che si un’attività piacevole”.
Marco Di Nicola, dell’università cattolica del Sacro Cuore interviene anche approfondendo il tema che riguarda la prevenzione nei giochi problematici e patologici spiegando che esistono “quattro macro aree di strategie della prevenzione individuate sulla base dell’evidenza e della letteratura scientifica. Queste sono da un lato l’offerta, ovvero le strategie di riduzione dell’offerta, strategie di riduzione della domanda, strategie di riduzione del rischio e del pericolo correlato al gioco. Queste sono tutte le modalità per cercare il ridurre il rischio che la persona possa sviluppare una condizione di gioco problematico o patologico.”
L’intervento di Matteo Caroli, della fondazione Fair riguarda soprattutto il gioco responsabile: “La nostra è una nuova fondazione creata all’inizio di quest’anno per sviluppare una conoscenza scientifica sul gioco grazie all’ausilio di strumenti di studio efficaci e come è già stato detto preferisco parlare di gioco sicuro e più che di gioco responsabile. La nostra fondazione, dunque, è dedicata alla promozione di una nuova cultura per il gioco sicuro o responsabile con il compito di collaborare insieme ad altre istituzioni chiave più importanti e a tutte le parti interessate.
Caroli evidenzia che in questo periodo l’obiettivo è quello di lavorare per sviluppare “relazioni efficaci nelle interazioni con altri attori al fine di diventare il luogo in cui si sviluppa una discussione comune con l’obiettivo di raggiungere un approccio condiviso verso il gioco sicuro. Fondamentalmente cerchiamo di condurre i nostri studi insieme alle università e ai centri di ricerca e facciamo anche molte attività per di diffondere la cultura della sicurezza. Proprio per questo due settimane fa abbiamo condotto un nuovo progetto di ricerca sulla cultura del gioco responsabile che è anche un’analisi statistica per area geografica, genere immediato e ciò che è importante è che abbiamo deciso che delle persone intervistate una è un giocatore di denaro e l’altra è un non giocatore così l’analisi può confrontare la divisione degli atteggiamenti le idee di questi due gruppi molto diversi di persone”.