In attesa dei nomi (mancano pochi giorni), non ci restano che i numeri. Come saranno i Campionati Europei di Roma in programma dal 7 al 12 giugno? Chi vincerà le prossime medaglie? Quando risuonerà l’Inno di Mameli nel rinnovato Stadio Olimpico? Le previsioni girano già da tempo, ma prima sarà necessario almeno conoscere la composizione della squadra azzurra.
L’ufficializzazione dovrebbe arrivare tra sabato e lunedì. Nel frattempo, possiamo concentrarci sulle statistiche e provare a fare pronostici basandoci sulla legge dei “grandi numeri”.
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Europei di atletica leggera, numeri, ori e podi dell’Italia
Dal 1934 (Torino) al 2022 (Monaco di Baviera) si sono svolte 25 edizioni dei Campionati Europei (consideriamo unica quella del 1938, con gare maschili a Parigi e femminili a Vienna). Cadenza quadriennale fino al 2014, poi biennale ma con l’edizione 2020 annullata per Covid.
L’Italia ha conquistato fino a oggi 140 medaglie (non conteggiato l’argento di Abdelwahed nei 3000 siepi di Monaco, squalificato per doping), numero che la posiziona all’ottavo posto generale alle spalle di URSS, Gran Bretagna, DDR, Francia, Germania, Polonia e Russia. Il record di medaglie appartiene ancora all’Unione Sovietica con 332 metalli, davanti alla Gran Bretagna con 326. A Monaco di Baviera c’è stato però il sorpasso inglese nel numero di ori: 124 contro 121.
Europei di atletica leggera, le medaglie azzurre: storia e record
L’Italia è piuttosto bilanciata nel suo medagliere con 44 ori, 45 argenti e 51 bronzi. Come sono distribuite? La media storica è di 5,6 medaglie a campionato.
In 6 occasioni sono state vinte 5 medaglie, 11 volte di meno e 8 volte di più. In tre campionati si è andati in doppia cifra: 12 a Spalato 1990 (record), 10 a Monaco di Baviera 2022 e Stoccarda 1986.
Europei di atletica leggera, le gare che hanno portato più medaglie all’Italia
C’è differenza tra uomini e donne. Il medagliere maschile (100 metalli, 36 ori) ha le sue fondamenta nelle corse lunghe e lunghissime. Sono i 10000 metri la gara azzurra più medagliata di sempre con 13 metalli. Di questi, 4 sono ori con le vittorie di Alberto Cova, Stefano Mei, Salvatore Antibo e Yeman Crippa.
La maratona ha contribuito con 11 medaglie, ma ha un maggior numero di vittorie, 5: le due di Gelindo Bordin e di Stefano Baldini e quella di Daniele Meucci. Meucci vanta anche l’unica medaglia nella mezza maratona (bronzo ad Amsterdam 2016), e se sarà al via anche alla prossima di Roma diventerà l’azzurro con più partecipazioni europee: 7 contro le 6 di Abdon Pamich, Nicola Vizzoni e Fabrizio Donato. L’ingegnere pisano è anche il secondo azzurro per numero di medaglie vinte, 4: un oro, un argento e due bronzi tra maratona, mezza e 10000. Il più medagliato è Pietro Mennea con 6 metalli (3 ori, 2 argenti e 1 bronzo). Il podio del medagliere maschile è completato dalla marcia, che tra 20 km e 50 km ha conquistato 9 medaglie: 3 nella 20 e 6 nella 50, con 4 vittorie totali.
In generale, l’atletica azzurra ha vinto medaglie in tutte le specialità a eccezione del giavellotto. Vista la situazione attuale, il buco non sarà colmato a breve.
Se tutte le specialità hanno quindi ottenuto il podio, non tutte però hanno conquistato l’oro. All’appello mancano i 400 metri (un solo argento, quello di Marcello Fiasconaro nel 1971), il salto con l’asta (due bronzi), il getto del peso (Angiolo Profeti secondo nel 1950), il lancio del martello (tre argenti) e, incredibile a dirsi, le staffette!
Ebbene sì: 4×100 e 4×400 non sono mai arrivate all’oro. La staffetta veloce ha conquistato 5 medaglie (2 argenti e 3 bronzi), 2 medaglie quella del miglio (1 argento e 1 bronzo). Nel dettaglio, l’economia del medagliere maschile vede il contributo dei 3000 siepi con 8 metalli; disco: 7; 100 mt: 6; 200 mt, 1500, 5000 e 400 ostacoli: 4; 800, 110 ostacoli, lungo e alto: 3; triplo: 2; mezza maratona: 1.
Europei di atletica leggera, le medaglie femminili
Il medagliere femminile è composto da 40 metalli (8 ori, 9 argenti e 23 bronzi), meno della metà di quello maschile. I motivi sono più storici che tecnici. Solo nel 1998 il programma gare femminile è stato definitivamente parificato a quello maschile: prima le specialità erano la metà.
A livello individuale spiccano le 5 medaglie di Libania Grenot, la “panterita” italocubana regina dei 400 metri una decina di anni fa: per lei due vittorie nel 2014 e 2016, un bronzo nel 2010 e due bronzi con la staffetta 4×400. A quota 3 medaglie ci sono Sara Simeoni nel salto in alto, oro a Praga 1978, e la compianta Annarita Sidoti, regina dei 10 km di marcia con due ori (1990 e 1998) e un argento.
Anche per le donne vige le “legge” dei tanti chilometri. È la maratona la distanza più medagliata, forte dei 7 metalli conquistati a partire dall’edizione 1982, con le vittorie di Maria Guida (2002) e Anna Incerti (2010). La marcia, tra 10 km e 20 km, assomma 8 podi: 5 nella distanza più corta e 3 nella 20, mentre ancora nessuna nella recente 35 km.
Molto meno “remunerative” le altre specialità. Detto delle 3 medaglie dei 400 con Grenot e le 3 dell’alto con Simeoni, due metalli arrivano rispettivamente dai 1500 metri (Pigni e Dorio), così come dal salto in lungo (Fiona May), dal getto del peso (Amelia Piccinini e Chiara Rosa) e dalla 4×400; una medaglia la portano i 100 e i 200 metri di Manuela Levorato, la mezza maratona, il salto triplo, il lancio del disco, quello del martello e la 4×100.
Europei di atletica leggera, i piazzamenti delle gare non più in programma
Ci sono poi medaglie da specialità che non si svolgono più. Un oro dagli 80 ostacoli con Claudia Testoni nel 1938, il bronzo di Roberta Brunet nei 3000 metri di Spalato 1990, i due bronzi della staffetta 4×200 nelle edizioni del 1938 e 1954.
Ancora “a secco” di medaglie ci sono: 800 metri, 5000, 1000, 3000 siepi, 100 e 400 ostacoli, salto con l’asta e lancio del giavellotto. Riusciranno le gare romane a colmare qualcuna di queste lacune? L’attesa sta per finire: manca sempre meno!