Nord on fire, ma la Campania si conferma la Regina del sud grazie a Napoli. La grande ripresa del turismo in Italia è certificata dai dati Srm, il centro studi collegato a Intesa Sanpaolo, riportati da Il Sole 24 Ore: la crescita nel 2023 nel Mezzogiorno, +2,5% sul 2022, è stata inferiore rispetto a quella globale del Paese, +4,6%. Un dato che rispecchia l’andamento delle imprese turistiche, in base alla fotografia scattata dall’Annuario del Turismo, curata da Editoriale 3.0, società cui fanno capo L’Agenzia di Viaggi Magazine, ViaggiOff.it e Italia Travel News.
Sul divario nord-sud pesano diversi fattori: la sofferenza della domanda domestica dovuta a una maggiore sensibilità all’aumento dei prezzi, l’aumento della concorrenza del bacino mediterraneo, ma anche la chiusura dell’aeroporto di Catania in estate causata da un incendio.
Unica eccezione la Campania – trainata da Napoli – con una crescita del 5%, superiore quindi anche al dato globale del Paese. Le prime stime evidenziano un consolidamento della ripresa della domanda, soprattutto di quella straniera ed il recupero definitivo dei livelli pre Covid. Uno studio contenuto nel “Rapporto Turismo 2023” che il centro studi di Intesa Sanpaolo ha curato per conto della società Leader, a sua volta promotrice di HospitalitySud, la fiera dedicata alle forniture, ai servizi e alla formazione per l’hotellerie e l’extralberghiero, in programma a Napoli il 21 e 22 febbraio.
Non è casuale l’attrattività della Campania, in grado di coinvolgere vari target turistici. Merito soprattutto dell’immenso lascito storico-archeologico: qui sono ubicati ben 6 dei 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio mondiale Unesco. Per non parlare del patrimonio naturale (Capri, Sorrento e la Costiera Amalfitana), della tradizione culinaria e dell’offerta delle località marine: sono 19 i Comuni bandiera blu su 226 in Italia.
Napoli, ovviamente, fornisce un contributo decisivo alla domanda turistica della regione. Dal 2014 al 2022 il peso degli arrivi turistici in città è salito dal 15,5% al 20,8%, raggiungendo un milione di arrivi e 2,7 milioni di presenze: la domanda straniera si aggira sul 49,4%. Il valore aggiunto generato da ogni presenza turistica sul territorio della Campania (167 euro) è tra i più alti in Italia: secondo Srm, il turismo culturale attiva più ricchezza rispetto a quello balneare (145 euro contro 128,2) e ancor più quello enogastronomico (151,7 euro).
Una locomotiva lanciata, dunque, considerando che le stime per il 2024 restano positive per la Campania: resta trainante il turismo internazionale. Va comunque tenuto d’occhio il problema overtourism, che riguarda non solo le dinamiche turistiche, ma anche la capacità di gestione dei flussi sul territorio.