La bolla attorno al tennis, soprattutto in Italia, si stava gonfiando un po’ troppo. E gli Internazionali di Roma 2024 hanno certamente avuto l’effetto della doccia gelata, sportivamente parlando, su tutto il movimento, con gli infortuni di Sinner, di Alcaraz, il tracollo dei tennisti italiani in singolare e la presa di coscienza che, dopo Federer, ormai anche l’era di Nadal e di Djokovic volge al termine.
Chi gestisce il business di palline e racchette sta quindi accorgendosi, con una certa preoccupazione, che la grande semina effettuata dai big 3 (Federer, Nadal e Djokovic, appunto), con la crescita esponenziale dei fan e dell’interesse generale nell’ultimo ventennio, potrebbe rapidamente appassire se proseguirà l’andazzo di questi ultimi anni. Un circuito Atp che inizia pericolosamente a somigliare a quello che è stato il circuito femminile Wta da 15 anni a questa parte (ora però ci sono Swiatek, Sabalenka, Gauff e Rybakina che si propongono con regolarità ai vertici), senza certezze, senza numeri 1 solidi, senza rivalità accese. Con una continua altalena di risultati, infortuni a ripetizione, presunti big che si prendono lunghe pause durante il calendario, eliminazioni clamorose: un po’ Medvedev, un po’ Sinner, un po’ Alcaraz, un po’ Rublev, un po’ Tsitsipas, un po’ Zverev, un po’ Ruud, ma alla fin fine rimane poco di tutti.
I tornei Apt 1000 si stanno ridimensionando, uno dopo l’altro
In particolare, i tornei Atp 1000, che dovrebbero replicare, quanto a prestigio dei giocatori in campo, i quattro tornei del Grande Slam, stanno in realtà ridimensionandosi, uno dopo l’altro, con outsider che arrivano sempre più spesso alle finali (nelle cinque finali degli Atp 1000 finora disputate nel 2024 sono arrivati dieci tennisti diversi) e una qualità complessiva in netto calo. Tanto che pure la Rai, che da quest’anno ha acquisito il diritto a trasmettere in chiaro un match al giorno del torneo del Foro italico (tutte le partite erano invece a pagamento su Sky), si è ritrovata a programmare in palinsesto degli incontri tra sconosciuti di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Sarà perché si gioca troppo (al Foro italico molti esperti prevedono che entro due anni il circuito Atp diventerà una Super Lega strapagata con i quattro tornei del grande Slam, gli 11 tornei 1000, e stop), sarà perché c’è una fragilità atletica e psicologica nelle nuove generazioni, sarà anche perché non si percepiscono sete agonistica, fame di vittoria a ogni costo, di prevalere sul rivale e di non mollare mai paragonabili al passato, ed ecco che tra ritiri e sconfitte inattese le fasi finali di quasi tutti gli Atp 1000 somigliano in realtà a un torneo minore.
L’Italia ospita un solo torneo importante, oltre alle Atp Finals
L’Italia, poi, vive una situazione tutta particolare: ha ben 11 tennisti tra i primi 100 della Race Atp (anche se, al di là di Sinner, numero 1, va detto che di grandi campioni tricolori non se ne vedono altri all’orizzonte tra Darderi, Musetti, Arnaldi, Cobolli, Sonego, Nardi ecc.), ma ospita un solo torneo importante, ovvero Roma, oltre alle Atp Finals di Torino, che però sono temporanee (dal 2021 al 2025).
Tanto per fare degli esempi, la Francia, pur non avendo tennisti fortissimi praticamente da un secolo, ospita sei tornei Atp dai 250 in su (di cui due 1000, Bercy e Monte-Carlo, che è di fatto francese), cui aggiungere uno Slam (il Roland Garros) e quest’anno anche le Olimpiadi.
In Spagna ci sono quattro tornei Atp dai 250 in su, di cui un 1000 (Madrid), un 500 (Barcellona), cui aggiungere le finali di Coppa Davis a Malaga.
È realmente pazzesco che la Penisola risulti al contrario così poco attrattiva per il tennis che conta, e che Milano, la città più ricca d’Italia, non ospiti tornei Atp importanti da quasi 20 anni (ultima edizione nel 2005). In compenso, l’Italia è piena di Challenger: in base al calendario Atp ben 17 tornei da marzo (si è iniziato da Napoli) a fine agosto. Davvero strano.
Il presidente della Federtennis e padel, Angelo Binaghi, ormai da qualche anno punta, con una certa ambizione, ad allargare il numero degli Slam (ora sono quattro, in Australia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti), portandone un altro in Italia.
Però va pure detto che la infrastruttura del Foro italico a Roma si dimostra parzialmente inadeguata anche solo per un Atp 1000: la location è unica e bellissima, ma è ormai troppo piccola.
I vialetti, nei primi giorni della edizione 2024, erano affollatissimi, con code estenuanti per vedere match secondari sui campi minori. E le due arene principali (Centrale e Grand stand arena), con tribune non proprio prese d’assalto causa prezzi alti, rimangono comunque senza una copertura nonostante da molto tempo si parli di un tetto necessario a proteggere il torneo dalle intemperie meteo, come già accade su molti impianti nel mondo.
Di sicuro il tesoriere del torneo e il comune di Roma sono comunque felici per i risultati da un punto di vista economico: gli Internazionali 2024 hanno portato a un indotto sul territorio di 615,6 milioni di euro (+22% sul 2023), con 358.396 spettatori paganti, +20% sul 2023 (ed erano 175 mila nel 2014) e un botteghino da 28,5 milioni di euro (8,6 milioni nel 2014).
Roma, da città dei no a capitale dei grandi eventi
Come spiega il presidente Binaghi «in due anni e mezzo Roma è passata da essere la città dei no, come quello alle Olimpiadi, a diventare invece la capitale dei grandi eventi, registrando oltre 50 milioni di presenze turistiche. Sono felice della grande collaborazione col Campidoglio, che ha messo a disposizione del tennis i gioielli della città», a cominciare dal Colosseo per la conferenza stampa di presentazione, e poi, per altri appuntamenti, piazza del Popolo, via Veneto, Fontana di Trevi. Stretta una collaborazione proficua pure con le forze armate: dalle Frecce tricolori, passate venerdì 17 maggio alle ore 15 sopra al Foro italico, fino all’accordo tra Sport e salute e Difesa servizi per realizzare due nuovi campi da tennis riqualificando una vasta area di proprietà del demanio militare ai margini del Tevere. Terreni che distano circa 500 metri dal Foro italico, con la prospettiva di usare i due nuovi campi nel futuro anche per gli Internazionali, poiché ormai il sito di fianco allo stadio Olimpico ha esaurito i suoi spazi.
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