Lily Bloom è uno spirito libero che ha i fiori persino nel nome. Dopo il funerale del padre, dove non
è riuscita a pronunciare l’elogio funebre, Lily si è trasferta dal Maine a Boston con l’intenzione di
aprire un negozio di – che altro? – fiori. Appena arrivata incontra Ryle Kincaid, neurochirurgo bello
e tenebroso, che si rivelerà essere il fratello della sua assistente fioraia, Allysa. Ma Ryle non è tipo
da rapporto stabile, e per un po’ Lily resiste alle sue lusinghe. La donna è anche tormentata da
alcuni eventi traumatici del suo passato: il padre picchiava la moglie, e ha fatto lo stesso con il
primo amore della figlia, Atlas -che Lily ancora ricorda con nostalgia. Quando finalmente Lily cede
alle attenzioni di Ryle sarò proprio il ricordo di Atlas a scatenare il lato dark dell’uomo, con cui Lily
dovrà fare i conti.
It Ends With Us – Siamo noi a dire basta è il primo adattamento cinematografico di un
romanzo di Colleen Hoover, autrice di chick lit di grande successo: e che qui si resti nell’ambio
della chic lit è evidente già dai nomi dei personaggi, degni di una Liala del nostro tempo.
Ma qui Hoover si cimenta anche con argomenti più spinosi di quelli generalmente forniti dal genere,
ovvero la violenza domestica, e fa un lavoro interessante nel mantenersi sul crinale fra violenza
vera e propria e potenziale, poiché i gesti di collera di Ryle – che a ben guardare cominciano con il
suo prendere a calci una sedia durante il primo incontro con Lily – sono al confine fra il penalmente
perseguibile e il possibilmente accettabile, nell’ambito della caratterizzazione romantica di un bad
boy con una dark side.
È proprio il definire quel crinale come inaccettabile a segnare la contemporaneità del romanzo
della Hoover, e dunque anche del film che ne è stato tratto, perfettamente in linea con le sensibilità
dei tempi, e su quel crinale il regista Justin Baldoni, che interpreta anche il ruolo di Ryle, si muove
con un certo agio e una calcolata ambiguità, spingendo i pubblico a formarsi la propria idea:
strategia interessante, nell’epoca delle certezze assolute. Blake Lively regala a Lily Bloom la sua
caratteristica solarità nella parte iniziale, incrinata a poco a poco da un’insicurezza che ha le sue
radici nel rapporto con il padre, mentre Brandon Sklenar, fisicamente simile al nostro Paolo
Conticini, interpreta Atlas adulto con tipica legnosità da romanzetto rosa. Per contro sono scelti
bene i due attori che interpretano Lily e Atlas da ragazzi, Isabela Ferrer e Alex Neustaedter.
Curiosi anche i due cammei pop: Alysa e suo marito hanno il volto di due noti comedian, Jenny
Slate e soprattutto Hasan Minhaj.
It Ends With Us – Siamo noi a dire basta mantiene le promesse del romanzo da cui
proviene e dello stile della sua autrice, aggiungendo qua e là anche un paio di inside joke che
sembrano ironizzare proprio su quello stile la battuta “Sono serio come un aneurisma”, detta dal
neurochirurgo, è una chicca nel genere). Non mancano i momenti cringe, ma anche qualche
istante di commozione: per il pubblico per cui il film è inteso forse sarà abbastanza.
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