Gli ultimi numeri di Kering, il gruppo internazionale del lusso che ha tra i suoi brand Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, non sono stati entusiasmanti proprio per il momento di transizione della maison fiorentina. Ma il colosso francese che fa capo a Francois Henri Pinault non si fa scappare quella che giudica una opportunità immobiliare e acquista la società proprietaria “dell’iconico e storico immobile di via Monte Napoleone 8, a Milano”.
Valore dell’operazione: 1,3 miliardi di euro, da record per un singolo asset immobiliare in Italia.
Il palazzo era nel portafoglio di Blackstone Property Partners Europe e James Seppala, Capo Real Estate Europa di Blackstone ha commentato così l’operazione: “Questa transazione rappresenta un ottimo risultato per i nostri investitori e dimostra la straordinaria richiesta di immobili di alta qualità nei mercati più solidi da parte degli investitori”. Il palazzo di Via Montenapoleone era finito in mano a Blackstone nelle ultime settimane del 2021, quando il fondo aveva acquisito Reale Compagnia Italiana con il suo portafoglio di 14 immobili di prestigio (13 a Milano e 1 a Torino). Dietro Reale c’erano molte famiglie di spicco dell’alta società milanese: il presidente e punto di riferimento era Achille Balossi Restelli e tra i soci principali figuravano Gian Giacomo Medici di Marignano, Stefano Premoli Trovati, fondatore della law firm Tfp&Associati e ancora Luca Padulli di Vighignolo. E poi altre famiglie nobili lombarde come i Brambilla di Civesio, Barbiano di Belgioioso, Cavagna di Gualdana, De Capitani D’Arzago, Melzi d’Eril, Borromeo, Sioli Legnani e Davico di Quittengo.
Allora il palazzo di Montenapoleone era definito il “più grande e iconico” del lotto di Reale, da Mediobanca che aveva seguito l’acquisto e il finanziamento di Blackstone, un “trophy asset affittato a diversi gruppi leader del lusso (LVMH, Kering, Prada tra gli altri)”. E ancora, uno dei “migliori luxury fashion corners al mondo”, con “il celebre caffè Cova acquisito da Lvmh per oltre 30 milioni dopo una battaglia con Prada”.
L’intero portafoglio era passato di mano per 1,2 miliardi e già allora costituiva la più grande acquisizione di società immobiliari in Italia. Di fatto, nel giro di un paio di anni il fondo ha ripagato tutto il portafoglio con la cessione di un solo asset, il migliore. D’altra parte, via Monte Napoleone continua a esser un riferimento per il lusso: secondo il rapporto della società immobiliare Cushman&Wakefield dedicato alle vie del lusso alla fine di novembre, è al secondo posto mondiale dopo la Fifth Avenue di New York e prima in Europa, se si prende in esame il parametro degli affitti dei negozi. Un trend proseguito nei mesi più recenti: la stessa società, nel focus sul mercato italiano di fine gennaio, diceva che le principali vie del lusso (oltre a quella milanese anche Via Condotti, a Roma) “hanno visto aumentare ulteriormente i canoni”.
L’investimento – tornando alla nota di Kering – si inquadra all’interno della strategia immobiliare selettiva di Kering, che intende assicurarsi posizioni altamente prestigiose e ambite per le sue Maison. Tra gli advisor, Chiomenti ha assistito Kering, Barclays ha agito in qualità di advisor finanzairo per Blackstone e Lazard per Kering.
Situato in uno degli incroci più importanti del Quadrilatero della moda, il palazzo settecentesco – aggiunge la nota – si sviluppa su cinque piani, per un totale di 11.800 metri quadrati di superficie lorda. L’immobile comprende più di 5.000 metri quadrati di superficie commerciale, una delle più ampie di via Monte Napoleone.
Kering continua a privilegiare una gestione proattiva del proprio portafoglio immobiliare, con l’obiettivo di breve-medio termine di mantenere una quota di partecipazione all’interno delle sue principali proprietà, al fianco di co-investitori presenti attraverso specifici veicoli di investimento.