Secondo la ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Polimi, il mercato dell’IA in Italia nel 2023 segna +52% (a 760 milioni di euro): nel 2022 aveva registrato un +32% rispetto al 2021. Sei grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato un qualche progetto AI, ma ben 2 su 3 hanno già discusso internamente delle applicazioni di IA Generative e tra queste una su 4 ha avviato una sperimentazione. Reply, gruppo internazionale specializzato nella progettazione e nella realizzazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali (2,1 miliardi di euro di fatturato 2023), è in prima linea nell’accompagnare le aziende nel processo di trasformazione digitale. L’uso dell’IA generativa nella gestione della conoscenza aziendale sta ridefinendo l’approccio al lavoro quotidiano dei knowledge worker, permettendo un notevole incremento di produttività. In quest’ambito la società sta affiancando le aziende nell’ottimizzazione e adozione di “copilot” che accelerano il lavoro quotidiano in ufficio e in modalità hybrid work. «Con la Generative AI – spiega Filippo Rizzante, Cto di Reply -, si sta allargando il focus dall’automazione delle operazioni più semplici alla digitalizzazione end-to-end di interi processi». Un’altra area in cui il concetto di copilot ha raggiunto notevole maturità è quella dello sviluppo applicativo. L’attività di Reply è particolarmente orientata allo studio e progettazione della prossima generazione di sistemi informativi. «L’IA generativa introduce una nuova classe di strumenti che aumenterà la produttività degli sviluppatori e amplierà il numero di persone in grado di creare software, permettendo di sviluppare, riscrivere e aggiornare le applicazioni molto più rapidamente».
In questo ambito Reply, grazie a un framework proprietario basato su sistema di agenti autonomi, usa l’IA generativa per gestire tutto il ciclo di sviluppo delle applicazioni, dall’analisi al testing e maintenance, sulla base di comandi in linguaggio naturale. Uno degli aspetti più dirompenti dell’IA è il suo ingresso nel mondo fisico, il che significa costruire per esempio macchine od oggetti intelligenti in grado di muoversi e interagire con lo spazio che li circonda. «L’aumento della produzione di software consentirà di affrontare sfide complesse come la robotica. Stiamo sperimentando come applicare classi di algoritmi per portare innovazione su servizi e prodotti di settori come la gestione dei veicoli a guida autonoma o dei robot umanoidi». Quando la capacità di produrre un output diventa infinita e più semplice, si apre la strada alla personalizzazione. «Gli strumenti basati sull’IA per generare immagini, video e suoni amplificano la capacità produttiva del creativo. E quanto più diventa semplice creare output anche complessi come video o film, tanto più si può pensare di creare contenuti pensati per un singolo sottoinsieme di persone». Un altro ambito in cui Reply sta riscontrando interesse è quello dei “digital human” e dell’“Affective Computing”. Queste figure digitali, che consentono un’interazione in linguaggio naturale, grazie a tecnologie 3D in real-time e di iperrealismo grafico riproducono l’aspetto fisico di un umano, i suoi movimenti e la complessità? delle emozioni e delle espressioni. «Molti credono che le emozioni e il ragionamento emotivo siano ciò che ci distingue dalle macchine, ma in realtà entrambi possono essere modellizzati. Oggi disponiamo di “Digital Human” e di robot fisici come Ameca, che reagiscono emotivamente in base al contesto e alla memoria dell’interazione: possono decidere autonomamente se arrabbiarsi, sorridere o essere empatiche, aggiungendo una dimensione ancora mancante nelle interfacce attuali, non basata su regole pre-programmate» chiude Rizzante.
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