Penalizzato nel 2021 dall’assenza di passaggio in sala (recuperato nel 2024), Luca di Enrico Casarosa è un film Pixar da apprezzare. Ne riassiumiamo la trama, vi diciamo cosa ne pensiamo e vi mostriamo una nostra video intervista con Enrico, realizzata all’uscita del lungometraggio animato.
Ancora in periodo di restrizioni anti-Covid, fu deciso di spostare diversi lungometraggi animati Disney e Pixar sulla piattaforma streaming Disney+: accadde anche a Luca del 2021, esordio alla regia di un lungometraggio da parte dello story artist Enrico Casarosa, già autore del corto La Luna, nomination all’Oscar nel 2012. Luca, poi riedito al cinema nella scorsa primavera, è un film Pixar dall’identità molto marcata: italiano in alcuni aspetti, internazionale per altri, propone una sua visione fiabesca delle Cinque Terre (di cui Enrico è originario). Ci piacque molto. Ripercorriamone la storia e lo spirito, riguardando una nostra intervista video a Casarosa.
Luca, la trama del film animato Pixar ambientato in Liguria
Il “Luca” protagonista del film è un giovanissimo mostro marino, che si aggira nelle acque vicine a Portorosso, un immaginario paesello delle Cinque Terre. Proprio come la Sirenetta, Luca è però molto incuriosito dal mondo all’asciutto degli esseri umani, ma nonostante i suoi genitori l’abbiano messo in guardia dall’uscire in superficie, l’amicizia con Alberto sta per cambiare tutto. Al motto di “Silenzio, Bruno!“, lì dove un immaginario Bruno rappresenta l’eccesso di ansie che ci impedisce di goderci la vita, Alberto trascina Luca in un’estate sulla terra ferma, dove acquistano sembianze umane magicamente, a patto che l’acqua non li tocchi! E c’è già un’avventura a portata di mano: possono aiutare la coetanea Giulia a vincere una gara. Con i soldi in palio potrebbero acqusitare un piccolo Santo Graal: la Vespa!
Luca, l’Italia nelle trenette al pesto
Certamente Luca è pieno di stereotipi sull’Italia, estetici e narrativi, però sono scelti e messi in scena con una notevole ironia e autoironia, perché una volta tanto al timone della storia c’è un italiano effettivo, Enrico Casarosa, classe 1971, nato a Genova ma negli USA da quando aveva vent’anni. Enrico ha calibrato il racconto autobiografico con i contributi dei cosceneggiatori Mike Jones (recentemente autore di Dream Productions) e Jesse Andrews. Il colore nostrano del film, candidato all’Oscar come miglior film animato, è meno generico, rispetto a quello che il cinema americano tende a identificare come “italiano“: non ci sono monumenti ma un paesaggio che vi si può paragonare per la particolare identità, c’è la pasta asciutta ma è al pesto, c’è una colonna sonora che sfodera Gianni Morandi e Mina, che non è come dire Luciano Pavarotti. Il colore e la luce, caldi e avvolgenti, sono una gioiosa rappresentazione di un’estate eterna, che il film coglie leggendo benissimo la forza dell’infanzia, la sua capacità di trasfigurare il reale fino a renderlo mitico. Sul finale, una considerazione dolceamara sulle radici, che a volte bisogna lasciarsi alle spalle, strappa una dovuta lacrima. E ci consola, perché l’esistenza stessa di Luca conferma che le radici non sono comunque mai dimenticate!
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Luca, la nostra video intervista con Enrico Casarosa
Nella nostra video intervista a Enrico Casarosa, gli chiedemmo innanzitutto come avesse fatto a raccontare una storia dal forte sapore autobiografico, in un budget da kolossal, nell’alveo della Pixar, parte della famiglia di una major come la Disney. Un film come Luca, ambientato nella sua terra natale, ha avuto per Enrico anche lo scopo di espiare una sorta di… senso di colpa per averla “abbandonata”?