Big sottotono e un’uscita amara: la 4×100 mista di nuovo è fuori
(Arianna Ravelli, inviata a Parigi) Un’uscita di scena amara dentro l’Olimpiade più dolce. La staffetta 4×100 mista, bronzo a Tokyo, che schierava due campioni olimpici, Thomas Ceccon e Tete Martinenghi, non riesce a raggiungere la finale. Tutti sotto tono i big (Ceccon inizia con 53’’56 nei 100 a dorso, non da lui, Martinenghi prosegue con 59’’23 a rana, Giacomo Carini, nella frazione a delfino, quella in teoria più debole, nuota invece un dignitosissimo 51″75, e Alessandro Miressi a stile in 48’’17 chiude un’Olimpiade deludente) per un tempo complessivo di 3’32’’71, a venti centesimi dalla Germania, ottava in 3’32″51 ed ultima delle ammesse.
Ceccon (che aveva detto ai compagni in mattinata di non sentirsi troppo bene e di non essere riuscito a dormire la notte scorsa) e Miressi non si presentano ai microfoni, segno che il risultato è stato preso con qualche nervosismo. Più disposto a spiegare Tete: «Mi dispiace molto, perché una staffetta con due campioni olimpici deve avere altri obiettivi, non possiamo prendercela con nessuno. Dentro un’Olimpiade fantastica ora mi resterà questo amaro in bocca che spegne un filo la mia enfasi. Ho raggiunto l’obiettivo della mia vita, quindi il bilancio resta ultra mega positivo, ma adesso sono un po’ incazzato».
Stanchezza, tanti giorni vuoti, difficoltà a gestire il frullatore di emozioni post vittoria? «Mah, io ero stato contento di gareggiare subito, poi pensavo di essere libero. Non si può sbagliare nulla, oggi lo abbiamo fatto. Ho fatto i complimenti a Giacomo, alla prima staffetta che faceva è stato molto bravo. Ma bisogna essere in quattro, lo spirito della staffetta è questo, cercare di limare tu se manca un tuo compagno. Thomas ci ha detto non stava tanto bene, io in acqua in questo momento ho questo, potevo fare un filo meno, ma non tanto, non vedo nessuno brillare nella mia specialità». Carini (che andrà in vacanza in barca in Croazia con Martinenghi) avrebbe voluto debuttare in altro modo, ma non ha nulla da rimproverarsi: «Il mio tempo è buono, ma appunto bisogna essere in quattro: all’ottavo giorno speravamo che le altre squadre fossero stanche, invece quelli stanchi siamo stati noi». È un salto di qualità che forse la squadra deve fare: finché non ha finito le sue fatiche Leon Marchand (che questa mattina ha guidato la Francia a qualificarsi per prima in 3’31″36) non ha neanche salutato i genitori, è rimasto dentro la sua bolla: ai nostri ori forse andava evitata qualche fatica extra. La 4×100 mista avrebbe preso con difficoltà una medaglia, vista la differenza che le altre nazioni marcano nelle frazioni a stile e delfino, però non è certo questa la fine che meritava la bella storia di queste Olimpiadi. Eliminati e zitti.
