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Quante medaglia può ancora vincere nell’atletica l’Italia ai Giochi

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Se qualcuno dopo i fasti e le 24 medaglie degli Europei di Roma si era illuso che la nostra atletica potesse competere con gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Parigi sarà deluso. Ma l’Italia a fronte di qualche delusione – come Leonardo Fabbri nel peso e la marcia – sta confermando il suo stato di buona salute.

Ripetere i 5 ori di Tokyo era utopico, ma Marcell Jacobs è ancora tra i top nei 100 metri, Mattia Furlani, giovanissimo, è bronzo nel lungo, Elisa Molinarolo quinta nell’asta e Nadia Battocletti ha cullato il sogno del podio nei 5.000 metri. Cosa chiedere di più alla nostra nazionale in gara contro gli extraterrestri dell’atletica mondiale? Impossibile arrivare ai 6/8 podi che alla vigilia si attendeva Stefano Mei, presidente Fidal, ma la campagna parigina potrà sicuramente regalare altre gioie al Belpaese.

Le restanti possibilità di medaglia dell’atletica italiana a Parigi

Partiamo da Larissa Iapichino, la prima in ordine cronologico che scenderà in pedana giovedì sera. Il secondo posto ottenuto nelle qualificazioni ha confermato lo stato di salute della nostra saltatrice che è una delle papabili atlete in lotta per le medaglie.

Sulla carta l’americana Davis-Woodhall e la tedesca Mihambo (zoppicante in qualifica), partono leggermente davanti, ma vedere Larissa sul gradino più alto del podio non sarebbe una chimera.

Alla prima uscita con la maglia azzurra, c’erano tante, tante attese per Andy Diaz, primatista italiano nel triplo. La condizione fisica del nostro saltatore non era data per ottimale e quanto visto nelle qualificazione non ha sciolto i dubbi.

Diaz si è qualificato alla finale con la dodicesima – e ultima – misura. La concorrenza nel triplo è altissima, in pedana tutti gli ex cubani: lo spagnolo Diaz Fortun e il portoghese Pedro Pichardo. Da temere il baby fenomeno Jam Hibbert, 19 anni, e l’esperto Zango. Se sta bene Diaz è da medaglia, vediamo se questi giorni possano ridare il giusto smalto al nostro saltatore.

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Christian Petersen//Getty Images

Quinto tempo e pass per la finale ottenuto. La 4×100 è chiamata a difendere l’oro ottenuto 3 anni fa a Tokyo, un’impresa durissima per Jacobs e compagni. Nelle batterie i cambi – elemento in cui gli azzurri hanno sempre primeggiato – hanno tradito la nostra staffetta. Ma se dovesse tornare la fluidità dei giorni migliori, rivedere l’Italia sul podio anche a Parigi non sarebbe un azzardo.

In condizioni fisiche precarie, Gianmarco Tamberi ha staccato il biglietto per la finale dell’alto. Prima dei calcoli renali accusati lo scorso weekend, Gimbo era l’indiziato numero 1 per l’oro. Una cosa però è certa: la finale è un’altra gara e se c’è un atleta che può far accadere l’impossibile questo è Tamberi.

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Mattia Ozbot//Getty Images

Nadia Battocletti una medaglia per qualche ora l’aveva conquistata, poi il ricorso della federazione keniana aveva riportato sul podio Kipyegon e relegato Nadia al quarto posto. Difficile ripetere anche nei 10.000 l’immensa prestazione vista nei 5000, ma chi avrebbe mai predetto il suo quarto posto contro il gotha del mezzofondo?

Compito arduo per Catalin Tecuceanu negli 800, vista la “guerra” che c’è nella distanza. Vederlo tra i migliori 8 sarebbe un grandissimo risultato. Poi, si sa, in finale tutto può succedere.

Sabato e domenica sarà il giorno della maratona olimpica: prima ci sarà l’esordio degli uomini, domenica la gara femminile che chiuderà il programma olimpico. Poche le chance di podio delle azzurre, Yaremchuk ed Epis, diverso il discorso per Crippa.

Certo, vedere Yeman sul podio sarebbe una sorpresa, ma un percorso duro, una gara tattica e un Crippa in grande spolvero potrebbero far saltare il banco.

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