Lo avevamo lasciato a dicembre 2023 fuori dalla top ten per un soffio, lo ritroviamo un anno dopo al numero 6. La stagione del campione norvegese non è partita con il passo giusto (fuori in Australia ai sedicesimi contro Norrie) ma poi ha vissuto uno step up sulla superficie preferita di Casper: finale a Montecarlo (persa contro Tsitsipas), trionfo a Barcellona (sempre contro il greco), nuova Coppa alzata a Ginevra (contro Machac) e semifinale al Roland Garros contro Zverev. Male a Wimbledon (sorpreso da Fognini al secondo turno) mentre la seconda parte dell’anno sul cemento ha vissuto il momento migliore con la semifinale alle ATP Finals di Torino (ko contro Sinner). Per il nuovo anno l’auspicio è vedere qualche miglioramento di Ruud anche su terreni di gioco diversi dalla terra battuta: il talento c’è (e tanto), il norvegese ora deve trovare nuovi soluzioni anche fuori dalla sua comfort zone. In controllo.
Medvedev 5
Da numero 3 a numero 5, quasi 2.600 punti persi in 365 giorni, nessun torneo vinto nel 2024 e soprattutto la sensazione di non essere in grado di superare Sinner e Alcaraz nei momenti decisivi. Certo, Daniil è comunque uno dei pochi giocatori (oltre a Carlos) a essere riuscito a sconfiggere Sinner in stagione (nei quarti a Wimbledon ma poi subito battuto dal numero 3 del mondo nel turno successivo) ma da quel ko in finale agli Australian Open la sensazione è stata quella di non avere armi contro gli astri nascenti del tennis (5 ko contro Jannik su sei match e 3 sconfitte contro lo spagnolo in altrettanti confronti). Anche la primavera sulla terra battuta non è stata eccezionale con l’eliminazione agli ottavi contro De Minaur al Roland Garros a testimoniarlo. Dopo i Giochi Olimpici deludenti (fuori agli ottavi contro Auger Aliassime) la stagione sul cemento americano (ancora fuori contro Sinner) e orientale (battuto di nuovo dall’azzurro ai quarti a Shanghai) non è stata al livello al quale il russo ci ha abituati negli anni passati. Importante la partecipazione a Torino alle Finals ma anche in questo il non aver superato la prima fase è stato un passo indietro. Deludente.
Fritz 8
Stagione della consacrazione per il campione statunitense: numero 10 a fine 2023, numero 5 a fine 2024. In un solo anno ha guadagnato 2000 punti mettendo a referto un salto di qualità confermato non solo dai risultati ma anche dal livello espresso sui campi da gioco. Già all’Australian Open si era capito che l’anno di Fritz sarebbe stato notevole: quarti di finale con sconfitta contro sua maestà Djokovic. Poi sul cemento di Delray Beach il campione a stelle e strisce è riuscito a conquistare il primo torneo dell’anno battendo il connazionale Paul in finale. Sulla terra battuta qualche difficoltà in più per l’americano che però può vantare comunque semifinale a Madrid, quarti a Roma e ottavi a Parigi. Il cambio di passo arriva sull’erba, superficie in grado di esaltare le caratteristiche tecniche di Fritz: trionfo a Eastbourne (contro Purcell) e ko ai quarti di Wimbledon contro super Musetti (che lo batterà anche alle Olimpiadi). Poi agli Us Open il numero 1 statunitense confermerà ulteriormente i suoi miglioramenti volando in finale e arrendendosi contro il quasi invincibile Sinner. L’ottimo torneo di Shanghai (ko in semi contro Djokovic) spianerà la strada delle Finals a Fritz. A Torino torneo esaltante per il campione classe ’97 che però dovrà nuovamente inchinarsi all’azzurro. Entusiasmante.
Alcaraz 8,5
Come si può definire una stagione con due Slam vinti (Roland Garros e Wimbledon), un 1000 alzato cielo (Indian Wells), un 500 in bacheca dopo una finale epica con Sinner (Pechino) e una finale Olimpica da tramandare ai posteri (battuto solo da Djokovic)? Eccezionale, non ci sono dubbi. E lo è ancora di più se pensiamo che nel 2024 Carlos Alcaraz è stato l’unico a battere Sinner addirittura tre volte (su sei sconfitte totali dell’azzurro in 79 partite stagionali!). Certo, qualche rammarico c’è: sia all’Australian Open che agli US Open lo spagnolo poteva fare meglio (ko a Melbourne ai quarti contro Zverev e fuori addirittura al secondo turno a New York contro Van de Zandschulp), per non parlare poi di Torino che ha visto Alcaraz uscire nella prima fase. Restano molto ampi i margini di miglioramento per il classe 2003 che nella prossima stagione dovrà cercare di limitare i suoi momenti di difficoltà per garantire maggiore continuità ed elevarsi al livello raggiunto quest’anno da Sinner. Stellare.
Zverev 8
Da numero 7 a numero 2 in 365 giorni. Serve altro per spiegare in pochi caratteri la stagione di Zverev? Partiamo dagli Slam: già in Australia si era capito che questo poteva essere l’anno del ritorno a grandi livelli del tedesco dopo l’infortunio subìto contro Nadal nel 2022. La semi contro Medvedev persa solo al quinto può essere un rammarico ma forse lo è ancora di più il ko al Roland Garros nella finalissima contro Alcaraz (avanti 2-1 e poi ko 3-2). Anche a Wimbledon l’uscita di scena agli ottavi, sempre al quinto, contro Fritz è un grande rimpianto (avanti 2-0 e poi battuto 3-2) così come il ko ai quarti sempre contro lo statunitense (che poi lo batterà in semi anche alle Finals di Torino). Nella memoria restereranno il trionfo a Roma (in finale contro Jarry) e quello a Parigi Bercy: due 1000 in una stagione rappresentano un notevole bottino per il tedesco che nel 2025 sarà chiamato a confermare i suoi progressi entrando in competizione con Sinner e Alcaraz. Brillante.
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