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Startup, pochi round ma più grandi nel primo semestre del 2024. Investimenti ancora limitati nell’AI in Italia – MilanoFinanza News

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Ultim’ora news 16 luglio ore 20


Meno operazioni ma di dimensioni maggiori. Si potrebbe riassumere così il primo semestre 2024 del venture capital italiano, fotografato dall’ultimo report dell’Osservatorio Venture Capital Monitor (VeM) della Liuc Business School. Lo studio, realizzato con il contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Kpmg, Cdp Venture Capital e Iban, passa ai raggi X le startup italiane (e straniere con founder italiani) restituendo la fotografia di una prima metà dell’anno in chiaroscuro. «Abbiamo notato un rallentamento generale, ma in questi mesi sono stati fatti diversi closing. Questo fa ben sperare perché dopo il closing arrivano gli investimenti, quindi credo che il secondo semestre possa essere più vivace», osserva Anna Gervasoni, prorettrice Liuc e direttrice generale Aifi. 

Venture capital, nel primo semestre solo due grandi round

Tra gennaio e giugno si sono chiusi 123 round di startup e scaleup italiane contro i 158 del primo semestre 2023 (-22%). L’ammontare investito arriva a 600 milioni di euro, in aumento rispetto ai 510 milioni del 2023 (+18%). Meno operazioni, dunque, ma più corpose. Sul totale del semestre influiscono due grandi deal che pesano per il 40% del totale: il round da 100 milioni di euro di D-Orbit e quello da 155 milioni di dollari (142 milioni di euro) di Bending Spoons. Cresce, inoltre, la presenza di investitori esteri, responsabili del 50% degli investimenti nel 2024 contro il 34% del 2023.

Ict leader, ma il biotech recupera. Investimenti in AI ancora limitati

Dal punto di vista geografico si conferma la leadership del Nord con Lombardia e Piemonte che contano rispettivamente 32 e 13 società su un paniere di 84 startup e scaleup italiane. A livello settoriale, invece, il comparto Ict resta al comando con una quota del 38% (era il 40% nel 2023). Al secondo posto rimonta il biotech che vede quasi quadruplicare la sua quota dal 3% dell’anno passato all’11%. 

All’interno del segmento Ict rientra anche l’intelligenza artificiale. Campo in cui, a livello mondiale, gli investimenti stanno aumentano in modo esponenziale. «L’AI è una rivoluzione industriale, l’impatto sull’efficientamento dei processi produttivi è stimato in 4 triliardi di dollari nei prossimi 15 anni», sottolinea Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Cdp Venture Capital, in occasione della presentazione dei dati dell’Osservatorio VeM. 

«In tutto il mondo sono stati investiti circa 60 miliardi mentre in Europa siamo nell’ordine dei 25 miliardi. L’Italia è ancora all’inizio con qualche decina di milioni spesi sull’AI fino a oggi». Cdp Venture Capital ha, però, previsto un fondo ad hoc, con una potenza di fuoco da 1 miliardo di euro, per sostenere startup esistenti e trovare un campione nazionale dell’AI. La sgr, precisa Scornajenchi, sta già valutando alcune realtà. Tra queste, come rivelato da MF-Milano Finanza, iGenius, il primo unicorno italiano in campo AI.  

La dimensione delle startup di intelligenza artificiale, e i fondi dedicati a questo ramo in Italia rimangono comunque inferiori a quelli di altri Paesi. «A livello europeo i maggiori investimenti arrivano da Regno Unito, Francia e Germania», aggiunge Chiara Antonacci, director di Kpmg. «In Francia, ad esempio, Mistral AI ha raccolto 600 milioni con una valutazione di 6 miliardi. Negli Stati Unini invece Anthropic ha da poco chiuso un round con una valutazione di 18 miliardi».  

Tra pubblico e privato

Il rapporto dell’Osservatorio VeM evidenzia anche alcuni passi avanti nel trasferimento delle idee dal mondo della ricerca al mercato. Tra gennaio e giugno 2024 gli spin-off nati in ambito accademico rappresentano il 13% dei deal, una quota ancora limitata ma in crescita dal 10% del 2023. In più, gli investimenti in technology transfer iniziano a beneficiare di due iniziative lanciate negli anni passati da Cdp Venture Capital: i cinque fondi supportati da ITAtech nel 2018 e l’avvio dei fondi di tech transfer tra 2022 e 2023.

Nel complesso, secondo le stime VeM, queste iniziative hanno prodotto finora un effetto leva di 400 milioni di euro. Considerando l’attività svolta da investitori e poli di technology transfer, dal 2023 sono stati investiti oltre 375 milioni di euro su 172 operazioni, di cui 115 milioni (in 43 operazioni) nei primi sei mesi del 2024 43 operazioni. Un valore già superiore alla media annua del periodo 2018-2022.

Allo stesso tempo si consolida la presenza di business angel e imprese nei round di finanziamento. «I business angel continuano ad avere un ruolo rilevante, partecipando in autonomia o insieme al venture capital italiano a quasi l’80% delle operazioni registrate», evidenzia Paolo Anselmo, presidente di Iban (Italian Business Angel Association), anticipando anche un’iniziativa congiunta con i cugini francesi tra 2024 e 2025. Si rafforza, infine, l’attività di corporate venture capital. «Gli investimenti corporate sono saliti al 28% nel primo semestre, riavvicinandosi al massimo raggiunto negli ultimi anni del 31%», commenta Luca Pagetti, director di Intesa Sanpaolo Innovation Center. (riproduzione riservata)

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